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La manipolazione dell’Euribor e le conseguenze sul mutuo.

Ha avuto una grande eco l’ordinanza della Cassazione n. 34889/2023. La Corte – dopo che la Commissione europea ha accertato la manipolazione del tasso Euribor da parte di alcune banche – ha dichiarato nulli i mutui i cui interessi erano ancorati alle fluttuazioni dell’Euribor. Si tratta dei mutui sottoscritti in una specifica forbice temporale: tra il 2005 e il 2008. Da allora ci si chiede se i mutui Euribor 2005-2008 sono nulli e se è possibile ottenere i rimborsi.

La questione è tornata attuale dato che la stessa Cassazione, con la sentenza n. 12007/2024, si è pronunciata di nuovo sul tema. Cerchiamo di comprendere allora cosa converrà fare a coloro che, si ritrovano tra le mani, un contratto di mutuo di questo tipo o lo hanno già estinto (ragion per cui potrebbero voler agire contro l’istituto di credito per la restituzione quantomeno degli interessi).

La nullità dei mutui Euribor e la sentenza della Cassazione

Il 4 dicembre 2013, la Commissione UE ha accertato che, tra alcune banche europee, vi era stato un cartello rivolto a manipolare il tasso Euribor. Non un accordo consacrato con un atto scritto, ma un comportamento di fatto che, in quanto rivolto a falsare il gioco della concorrenza, costituiva comunque un’intesa vietata dalla legge. Ciò aveva determinato un incremento del corrispettivo di tutti quei mutui i cui interessi erano appunto legati alle oscillazioni dell’Euribor.

L’indagine della Commissione UE è avvenuta tra il 2011 e il 2013, ma il cartello bancario è stato rilevato tra il 29 settembre 2005 e il 30 maggio 2008.

Quali sono le banche che hanno manipolato l’Euribor?

L’indagine si è concentrata in particolare su quattro banche:

  • Barclays Bank;
  • Deutsche Bank;
  • Société Générale;
  • Royal Bank of Scotland.

Tuttavia, di tale intesa si sono comunque avvantaggiate tutte le altre banche che hanno sottoscritto, con la propria clientela, contratti di mutuo Euribor nel periodo che abbiamo appena indicato.

Il cartello, nato con lo scopo di ottenere vantaggi illeciti in operazioni di trading o di presentare una condizione finanziaria delle banche migliore di quella reale, aveva finito per influenzare anche il costo effettivo del credito a danno dei risparmiatori di tutta Europa.

Il mutuo Euribor è nullo?

Con la sentenza n. 34889/2023, la Suprema Corte ha dichiarato nullo non già il contratto in sé ma la clausola degli interessi. Il che significa che il mutuatario resta obbligato a corrispondere il capitale, ma non anche gli interessi. In buona sostanza, il finanziamento si trasforma “a titolo gratuito”, con conseguente diritto al rimborso di quanto già versato in precedenza proprio a titolo di interessi.

Val la pena riportare, qui di seguito, le specifiche parole della sentenza in commento:

«Posta la nullità dell’accordo manipolativo del tasso Euribor accertato dalla Commissione europea con decisione del 4 dicembre 2013, devono considerarsi nulli contratti ‘a valle’ che si richiamino per relationem al tasso manipolato, assurgendo la predetta decisione a prova privilegiata di un’intesa illecita, alla quale è irrilevante che non abbia preso parte l’istituto bancario contraente».

Proprio sulla base di ciò, la Cassazione ha stabilito la nullità del tasso di interesse applicato ai mutui basati sull’Euribor manipolato, imponendo un nuovo calcolo del tasso. La cifra del rimborso corrisponderebbe alla differenza tra il tasso applicato e un tasso sostitutivo, determinato secondo l’articolo 117 del Testo Unico Bancario e il tasso dei BOT relativi al periodo in questione.

La nuova sentenza della Cassazione sui mutui Euribor

Come dicevamo in apertura, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi sulla validità della “clausola Euribor” con la sentenza n. 12007/2024.

La pronuncia si discosta da quella precedente del 2023. Affinché – scrive la Corte – possa ritenersi che in un contratto (“a valle” dell’intesa), sia fatta “applicazione” di una illecita intesa restrittiva della concorrenza esistente “a monte” occorre che uno dei contraenti (ossia la banca) sia a conoscenza dell’esistenza di quell’intesa e intenda avvalersi del risultato della stessa.

Quindi, se il mutuatario intende far dichiarare nulli gli interessi Euribor deve dimostrare in giudizio che la banca mutuante, al momento di conclusione del contratto, fosse o direttamente partecipe di quell’intesa o, almeno, consapevole della sussistenza di un accordo tra altre banche per alterare il valore dell’Euribor o di un’effettiva pratica non negoziale in tal senso e abbia inteso avvalersi dei risultati di questa. Una prova particolarmente difficile se non quasi impossibile atteso che, come detto, il cartello non si è consacrato in un accordo scritto ma è stato un comportamento “tacito” che alcune banche hanno tenuto volontariamente al fine di ottenere maggiori profitti.

Se è vero, che alcune banche europee tra il 2005 e il 2008 hanno perseguito una pratica illegale per manipolare il valore del tasso Euribor – continua la Corte – affinché ciò riverberi conseguenze sul singolo contratto in termini di nullità assoluta, è necessario dimostrare che la banca fosse per lo meno consapevole dell’alterazione del parametro e dei suoi effetti e intenda avvalersene.

Diversamente, può configurarsi solo nullità parziale. In tale ipotesi sarà necessario valutare caso per caso:

  • se le pratiche manipolative non siano rimaste a livello di mero tentativo;
  • se e per quale tempo ed in quale misura tale alterazione abbia inciso;
  • quali siano le conseguenze della eventuale nullità parziale delle relative clausole sul complessivo assetto negoziale e sulla possibilità di una sostituzione automatica – ed in quali termini – con previsioni minimali di legge.

Insomma, una strada tutta in salita per i clienti delle banche ma non ancora impossibile, anche perché la pronuncia in questione non salva la clausola Euribor dalla nullità ma si limita a imporre un ulteriore onere della prova a carico del cittadino, rimettendo poi al giudice finale la valutazione dell’incidenza del cartello sul contratto specifico portato alla sua attenzione.

Approfondimenti

Mutui a tasso Euribor: è possibile ottenere il rimborso?

 

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