diFederico Rota
Il 1° Maggio finisce la Fiera sul Sentierone. Terzi (Confesercenti): «Con i parlamentari locali spesso mi confronto, ma a parte parole di comprensione di fatti se ne vedono ben pochi»
Mercoledì 1° Maggio calerà il sipario sulla 65esima Fiera dei Librai. Bilanci se ne faranno alla fine, anticipa Antonio Terzi, presidente di Confesercenti Bergamo e del Sindacato italiano librai e cartolibrai, ma l’umore attorno alla rassegna è più che positivo: «È un polmone che respira, una manifestazione che si sostiene». Tuttavia, «le librerie hanno bisogno di vivere tutti i giorni dell’anno».
È sulla base di questa premessa che Terzi contestualizza le difficoltà con cui si stanno scontrando gli esercenti: «Nei primi tre mesi dell’anno l’Associazione italiana editori ha certificato un calo delle vendite di circa il 5%». Nel 2023, in tutta Italia, sono stati venduti 111,9 milioni di libri, per ricavi pari a 1 miliardo e 697 milioni di euro. In Bergamasca, secondo dati della Camera di commercio, operano 50 librerie, 137 cartolerie e 17 editori.
Il 2022 è stato l’anno più critico: 3 librerie e 11 cartolerie hanno abbassato definitivamente la saracinesca. Ora una nuova flessione delle vendite, cui si somma il venir meno di alcune iniziative governative di sostegno al settore. Terzi le elenca. La cosiddetta 18app, ossia il bonus cultura destinato ai neo diciottenni, «non è più una misura universale, ma è stata legata al reddito. E, quindi, a una burocrazia che sta scoraggiando i ragazzi». È stato poi tagliato il cosiddetto «tax credit» per le librerie: «Si è passati da 18 a 8 milioni di euro — dice Terzi —. Era un contributo fondamentale per sostenere affitti e spese del personale».
Nella seconda parte dell’anno, invece, Antonio Terzi teme le ricadute del venir meno del bonus biblioteche: «Sui 30 milioni di euro a livello nazionale, 1,2 milioni arrivavano nella nostra provincia, attraverso un meccanismo per cui almeno il 70% doveva essere speso nelle librerie del territorio». Al netto dei tagli, il rammarico di Antonio Terzi è per quella che denuncia come assenza di interlocuzioni con il governo: «In questo momento — dice — nei confronti dell’editoria, in generale, c’è una chiusura totale. Con i parlamentari locali spesso mi confronto, ma a parte parole di comprensione di fatti se ne vedono ben pochi».
Soffre pure il settore della scolastica. Per l’aumento dei prezzi: «L’anno scorso — spiega Terzi — i prezzi erano saliti del 6-7%, quest’anno ai listini si è aggiunto un ulteriore 3%». E pure per i ritardi nei rimborsi dei Comuni, o per le richieste di sconti insostenibili sui testi della scuola primaria, oltre che per la «concorrenza della grande distribuzione per i testi a partire dalle scuole medie, che per tre mesi l’anno vende libri in sottocosto non dichiarato».
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