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Anche quest’anno il Governo sta lavorando al decreto “primo maggio”, un provvedimento che contiene un pacchetto di bonus e incentivi fiscali. Una serie di misure quindi che l’Esecutivo avrebbe pensato per dare sostegno ai lavoratori, quasi alla vigilia della loro festa. Il testo arriverà in Consiglio dei Ministri il 30 aprile, dopo essere presentato oggi a sorpresa ai sindacati, senza che vi sia margine di trattativa con questi ultimi.

La prima edizione di decreto ‘primo maggio’ l’anno scorso fece scalpore perchè pose fine al reddito di cittadinanza, con l’introduzione, al suo posto, del reddito di inclusione. Quest’anno le misure che verranno poste in essere dovrebbero invece incontrare il favore delle parti politiche e dei lavoratori, sebbene vi sia già chi lamenti l’estrema risicatezza del provvedimento.

Il provvedimento atteso nel pacchetto è anche il dl Coesione, che, oltre a contenere previsioni sul lavoro, riscrive le regole per gli oltre 40 miliardi di fondi europei che vengono assegnati all’Italia dalla Ue ogni sette anni. Su questo terreno l’Italia si colloca agli ultimi posti in Europa per spesa effettiva.

Vediamo quindi di capire le novità che saranno contenute nel decreto ‘primo maggio’.

Cosa prevede la bozza di decreto

La bozza di decreto è praticamente pronta. E gli incentivi in esso previsti includono diversi elementi:

  • Una riforma dei fondi di coesione per aumentare le risorse a favore di ciò che è stato definito giornalisticamente come Superbonus Lavoro, ovvero un’extra deduzione del 120% (o 130%) per le aziende che incrementano la forza lavoro, già introdotta dalla riforma fiscale dello scorso anno ma ancora non attuata;
  • Bonus sulle tredicesime;
  • Bonus per le assunzioni nel Sud;
  • Detassazione dei premi di produzione.

Bonus tredicesime

In arrivo nel decreto ‘primo maggio’ il bonus tredicesime. Si tratterebbe di un incentivo una tantum di 80 o 100 euro, destinato ai lavoratori con un reddito da lavoro dipendente non superiore a 28mila euro e la presenza di coniuge e/o almeno un figlio a carico, inclusi figli nati fuori dal matrimonio ma riconosciuti, adottivi o affidati. Questa misura sarebbe valida solo per la tredicesima di quest’anno (che verrà percepita quindi a dicembre 2024) e potrebbe necessitare di rifinanziamento per i prossimi anni.

La misura resterà solo al 2024 a causa della scarsa disponibilità di risorse, in attesa dell’introduzione strutturale di un regime fiscale sostitutivo per le tredicesime dei lavoratori dipendenti. “Stiamo lavorando su questo, quindi dobbiamo verificare la compatibilità finanziaria. Sono sempre cauto riguardo alle risorse, quindi è essenziale garantire che una misura che potrebbe beneficiare le famiglie abbia le adeguate coperture finanziarie”. Queste le parole del viceministro all’Economia, Maurizio Leo, a margine della conferenza programmatica di FdI a Pescara.

Superbonus lavoro

L’altro provvedimento è il cd superbonus lavoro, una misura che non rappresenta una novità, in quanto si tratta di un provvedimento già varato dalla riforma fiscale dello scorso anno ma che deve essere ancora attuato.

Il nuovo incentivo spetta alle imprese che assumono nuovi lavoratori e lavoratrici nel corso dell’anno. I benefici maggiori spettano a chi impiega lavoratori “svantaggiati”, ovvero under 30, percettori di reddito di cittadinanza e disoccupati. L’intervento consiste in agevolazioni fiscali che vengono realizzate attraverso una maggiorazione del costo del lavoro dei nuovi assunti ai fini della determinazione del reddito.

Il nuovo incentivo sostituisce i bonus assunzione per under 36 e donne scaduti il 31 dicembre e non rinnovati. Inoltre, è stata abolita – un po’ a sorpresa a dire il vero – l’agevolazione ACE. Le novità sono già varate nel decreto attuativo del primo modulo della riforma fiscale, ma ancora purtroppo non attuate.

Questa super deduzione è pari:

  • Al 120 per cento per tutte le assunzioni a tempo indeterminato;
  • Al 130 per cento per chi assume lavoratori “svantaggiati” (allegato 1 del DL n. 216/2023):
    • Persone con disabilità;
    • Lavoratori molto svantaggiati ai sensi dell’articolo 2, numero 99), del regolamento (UE) n. 651/2014 e le persone svantaggiate ai sensi dell’articolo 4 della legge n. 381/1991;
    • Giovani ammessi agli incentivi all’occupazione giovanile;
    • Donne di qualsiasi età con almeno due figli minorenni, vittime di violenza o disoccupate da almeno 6 mesi e residenti nelle regioni ammissibili ai finanziamenti (articolo 2, numero 4), lettera f), del regolamento (UE) n. 651/2014);
    • Ex percettori del reddito di cittadinanza che non integrino i requisiti per l’accesso all’Assegno di inclusione;
    • Minori in età lavorativa in situazioni di difficoltà familiare;
    • Lavoratori con sede di lavoro in regioni che nel 2018 presentavano un prodotto interno lordo pro capite inferiore al 75 per cento della media EU27 o comunque compreso tra il 75 per cento e il 90 per cento, e un tasso di occupazione inferiore alla media nazionale.

Anche il bonus zes nel decreto primo maggio

Il decreto ‘primo maggio’ contempla anche quello che è stato battezzato ‘bonus Zes’, destinato alle aziende che hanno sede in Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna. ‘Zes’ sta infatti per ‘zone economiche speciali’.

Anche qui gli sgravi fiscali per le aziende sono previsti per le assunzioni di lavoratori a tempo indeterminato effettuate tra il 1° settembre 2024 e il 31 dicembre 2025. L’importo massimo è di 666 euro mensili, ossia circa 8mila euro all’anno.

Detassazione premi produttività?

Una tematica di cui si è molto parlato è stata anche quella della detassazione dei premi di produttività. Le bozze che sono circolate sembrano prevedere un aumento dell’aliquota dal 5 al 10% per importi non superiori a 3.000 euro.

Anche questa previsione dovrebbe essere inclusa nel decreto ‘primo maggio’, sebbene si vociferi che il governo abbia deciso di fare un passo indietro. La versione definitiva si conoscerà col testo che approderà in Consiglio dei Ministri per averne certezza.

Conclusioni

Il decreto ‘primo maggio’ arriverà sul tavolo del Consiglio dei Ministri il 30 aprile. Il provvedimento è già pronto e va solo probabilmente definito in alcuni dettagli.

Il documento contiene un pacchetto ricco di incentivi per i lavoratori, sebbene le risorse a disposizione siano attualmente poche. Tra le novità troviamo il bonus tredicesime, il DL Coesione (che riscrive le regole per oltre 40 miliardi di fondi europei assegnati all’Italia dall’UE), il bonus ‘Zes’ (rivolto alle imprese e ai lavoratori delle regioni più disagiate del Sud) e probabilmente (anche se non se ne ha ancora la certezza) sarà inclusa anche la detassazione dei premi di produttività.

 

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