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Parte la rincorsa ai bandi per il rinnovo delle concessioni balneari, ma il Comune chiede di cambiare le regole con un emendamento al decreto legge del governo. La richiesta è stata condivisa con altri municipi e avanzata attraverso l’Anci, l’associazione nazionale dei comuni italiani. Il punto che si vuole inserire è presto detto: i Comuni vogliono trattenersi una parte del canone pagato dai concessionari degli stabilimenti balneari. La richiesta, spiegano dall’amministrazione riminese, nasce da una constatazione: ad oggi gli enti locali che gestiscono le concessioni demaniali marittime sono chiamate unicamente a sostenere oneri in quanto il canone è incassato per conto dello Stato. Tradotto, tanto lavoro, incluso l’onore di predisporre centinaia di bandi in un lasso di tempo ristretto, ma nessun riscontro in termini di incassi. Ai municipi i conti non tornano. Il continuare a fare il lavoro dello Stato sulle aree demaniali, con i denari dei canoni che vanno direttamente a Roma, è un processo che non va giù. Per questo i Comuni chiedono che sul territorio resti una quota del canone versato dai concessionari, necessaria “per portare avanti i progetti di riqualificazione e rigenerazione e per contribuire alla valorizzazione del demanio e contestualmente potenziare ancora di più l’attrattività dell’offerta turistica complessiva”.
Nella grande rivoluzione che vivrà la la spiaggia con l’introduzione delle gare, vogliono entrarci anche gli enti locali senza rimanerne ai margini, stretti tra il lavoro da svolgere e le responsabilità da prendersi.
“Il nuovo decreto legge, che chiama ulteriormente in causa gli enti concedenti che giocano un ruolo operativo fondamentale nell’introduzione della nuova disciplina, non prende in considerazione il ruolo fattivo e il carico in capo agli enti locali – contestano da Palazzo Garampi -. E’ infatti specificato che il concessionario che dovesse subentrare a quello attuale sarà chiamato a corrispondere interamente allo Stato anche l’eventuale maggiore importo offerto in sede di gara”. Insomma, una beffa per enti locali che oltre a sobbarcarsi l’intero lavoro nella fase del rinnovo delle concessioni, potrebbero avere a che fare con dispute giudiziarie tra concessionari.
Il documento che Anci presenta al Governo affinché venga emendato il decreto legge, tiene in conto anche altre osservazioni, in parte operative e orientate a garantire la qualità dell’offerta balneare in una fase di passaggio di riassegnazione delle concessioni che sarà complessa.
“Gli enti locali sono in prima linea in questa riforma – sottolinea l’assessora al Demanio Roberta Frisoni – ed è necessario che lo Stato tenga in considerazione lo sforzo a cui saranno chiamati ancor più nei prossimi mesi. L’emendamento vuole proprio portare alla luce la necessità di far sì che gli enti locali possano avere a disposizione le risorse necessarie oltre che per adempiere a tutte le complesse procedure richieste dal percorso di evidenza pubblica, anche per dare corso a ciò che avverrà dopo i bandi, accompagnando cioè gli interventi che auspichiamo si attiveranno per migliorare la fruibilità, la messa in sicurezza e l’accessibilità degli arenili”.
Andrea Oliva
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