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I costumi e i balli del gruppo Folk San Gemiliano, la realizzazione dei suoi abiti variopinti con le maniche che ricordano una fisarmonica. E poi i tenores di Seneghe, le sculture di Pinuccio Sciola a San Sperate. E ancora Cagliari, Oristano, Barumini. Sono le tappe dell’ultimo episodio del programma “L’Italiano della felicità”, sottotitolato “Impariamo l’Italiano”, che, trasmesso dalla tv di stato giapponese NHK, porterà un angolo di Sardegna in terra nipponica.
Sestu è tra le prime cittadine dove la troupe, diretta da giapponesi e composta anche da Italiani, si è recata per girare.
«Per le riprese ci siamo recati a san Gemiliano, dove c’è la storica chiesa», racconta la produttrice, Kayano Matzumoto, che, come prevede il titolo del programma, parla un italiano perfetto. «Abbiamo visto tanti giovani nel gruppo folk, anche bambini. Sicuramente l’aspetto più bello era l’entusiasmo di tutti. Tra la cultura di qui e la nostra ci sono differenze, ma anche somiglianze», spiega, affascinata. «Per esempio i costumi che vestono richiedono aiuto per essere indossati, un po’ come gli abiti femminili di una geisha, e poi anche il ballo, con i suoi movimenti ha qualcosa degli antichi balli tradizionali».
Il programma andrà in onda da ottobre in poi e in particolare l’episodio su Sestu sarà trasmesso da gennaio, nel corso di una stagione tutta dedicata, come detto, alla Sardegna.
Ed è italiano anche il presentatore, Loris Usai, nato a Fiumicino ma di origini cagliaritane: «Ho cominciato da ragazzino ad amare il Giappone, cercando traduzioni e informazioni sulla lingua giapponese online – ricorda Usai – e col tempo ho realizzato il mio sogno. Ora faccio il traduttore di fumetti e libri giapponesi, vivo lì, collaboro anche con la NHK, creo contenuti online sul Giappone. Cerco di mostrare il lato reale dei due Paesi, lontano dagli stereotipi». Di riprese e suono poi si occupano i cagliaritani Marco Camba e Claudia Curreli.
«Un piacere e un onore per noi essere stati scelti», dice il presidente del gruppo San Gemiliano Mino Meloni. «Vogliamo mostrare al lontano Giappone che non siamo così distanti come i chilometri dicono, e sarebbe una bella cosa anche come gruppo andare lì, come ambasciatori di Sestu».
Tra le star dell’episodio poi c’è Rossana Schirru, 65 anni, artista delle maniche dei costumi: «Le lavoro – spiega – come mia mamma mi aveva insegnato, usando amido e ferro da stiro, creando un effetto estetico di forma a fisarmonica. In sardo vengono chiamate maniche a “su sonettu”, che tradotto significa proprio fisarmonica. Non so ancora come mi sento all’idea di apparire in tv a migliaia di km di distanza – confessa modestamente – ma spero di portare lontano il nostro calore anche alle persone della nostra terra che sono lì, in Giappone. Quelli del programma sono stati gentilissimi, mi sembrava di conoscerli da sempre. Io rimango una nostalgica, ballo sempre e istruisco i bambini. Perché questa tradizione è sempre viva».
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