Precarietà, emergenza salari, transizione energetica. Alla vigilia del Primo Maggio, il segretario generale della Cgil Maurizio Landini torna a parlare del futuro di Mirafiori e fa proprie le parole dell’arcivescovo di Torino Roberto Repole in merito alla responsabilità sociale di chi produce e sceglie di delocalizzare. «Serve combattere la precarietà e lo sfruttamento» spiega Landini, in occasione dell’incontro “Il G7 ascolti il lavoro e l’ambiente”, organizzato da Cgil e Alleanza clima lavoro in concomitanza con la riunione ministeriale del G7 Clima, Energia e Ambiente. «Sono preoccupato dalla guerra, dagli investimenti in armi, mentre chi è precario non è libero. Bisogna ridistribuire la ricchezza, perché ci sono guadagni di pochi, mai visti e salari mai cosi bassi».
Fissati gli obiettivi del corteo, il segretario passa ad attaccare il governo e, in particolare, il cosiddetto “decreto primo maggio” che prevederebbe sgravi per le assunzioni in diverse categorie. «Considero sbagliate le scelte politiche che questo governo continua a fare – spiega Landini -. Credo poi che gli incontri che si fanno di solito prima del primo di maggio siano delle prese in giro per vendere qualche marchetta elettorale, ma non risolvono davvero i problemi delle persone». Dopo un nuovo affondo contro il governo di Giorgia Meloni, Landini passa parlare apertamente di Stellantis. «Basta confrontare lo stipendio dell’amministratore delegato Tavares con quello di un lavoratore della linea che non arriva alla fine del mese, per trovare immediatamente elementi di ingiustizia e disuguaglianza di fondo. Chi lavora è sempre più povero e si arricchisce chi sfrutta il lavoro».
C’è poi un tema più ampio che riguarda la produzione all’interno del Paese. «C’è bisogno di fare investimenti e politiche industriali, che non vengono fatte da anni». Per questo motivo, oltre che a Tavares, Landisi si rivolge direttamente al governo «che ha la responsabilità di fare una trattativa vera, che indichi la via dello sviluppo». E ancora: «L’Italia è fatta di persone che sanno produrre automobili da sempre e hanno capacità di progettazione che vanno valorizzate».
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