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L’approvazione all’unanimità di una mozione contro la violenza di genere è stata il momento saliente del consiglio comunale di questa, il primo del terzo tempo di Giuseppe Falcomatà, riunito in seconda convocazione con un ordine del giorno molto operativo. L’assemblea si è aperta con applausi per il ritorno in aula del sindaco e dei consiglieri sospesi, seguita da un minuto di silenzio in memoria di Giulia Cecchettin e tutte le vittime di femminicidio.



L’aspettativa di un intervento circostanziato del sindaco in un momento di grande attesa per il futuro dell’amministrazione è stato però deluso, perchè dopo la consegna simbolica di bouquet di fiori alla componente femminile dell’ufficio di presidenza, il presidente Marra ha subito annunciato che nei preliminari non ci sarebbero state comunicazioni del sindaco.  

Nei preliminari il no comment del sindaco e la reazione dell’opposizione

Il no comment dichiarato di Falcomatà ha suscitato animate reazioni nell’opposizione, che come era prevedibile, ha occupato la scena senza peraltro contraddittorio. Minicuci va immediatamente al sodo, cioè alla giunta che verrà: “Noi fin dall’esposizione delle linee di mandato avevamo chiesto di poter dare un nostro contributo al riguardo, Falcomatà disse sì e invece aspettiamo da tre anni… forse lei è abituato a dire delle cose e poi a non farle. Ora – ha proseguito il consigliere – ci aspettavamo che venisse in aula per dirci nei prossimi due anni cosa vuol fare e su quali obiettivi intende concentrarsi ma non è stato così”. Concludendo in concretezza: “Io chiederei al sindaco di rimodellare la sua giunta con un discorso fuori dai partiti, esclusivamente incentrato nel merito, confermando chi ha fatto bene e non confermando chi non ha fatto bene, senza preoccuparsi di altro. Lei è un sindaco giovane: non faccia cose fa vecchio”. 

Va poi giù pesante il capogruppo di Forza Italia Federico Milia: “Questa la pagina più drammatica della storia della città, con tutta la delusione di chi pensava che questo secondo tempo potesse consentire sviluppi che non ci sono stati. Abbiamo visto che la Reggio bella e gentile trasformarsi in realtà in luogo di amarezza”. A Falcomatà il consigliere si rivolge con toni netti: “Mi scuserà il sindaco se non lo saluterà con un bentornato, ma molti reggini le avrebbero volentieri detto arrivederci e grazie. La Cassazione l’ha assolta ma i cittadini no e non dimenticano”. La lunga gestazione in corso della giunta è anche da Milia ritenuta inopportuna: “Ora come si può pensare di prendere ancora tempo? A mio avviso sarebbe meglio farsi un bell’esame di coscienza e riflettere su ciò che vuol fare negli ultimi mesi d’amministrazione”.  

Massimo Ripepi incalza sulla stessa linea e dopo una premessa sulla vicenda giudiziaria di Falcomatà e la professione di convinto garantismo, sottolinea: “Sindaco lei capisce che dopo il suo rientro noi aspettavamo da lei una relazione su quello che è stato fatto e cosa si intende fare nel tempo rimasto, che non è molto. Ci sono circa due anni da utilizzare per agire e io le chiedo di andare avanti con una giunta dove sia confermato solo chi ha lavorato bene, senza condizionamenti dai partiti”. Il consigliere appena passato nel gruppo misto ha poi fatto almeno tre esempi di urgenze per la città: lo sconcio di Mortara, la pista ciclabile e il parco lineare sud mai completato”.   

Presenti anche Mario Cardia e Armando Neri, nel giorno dell’ingresso ufficiale nella Lega tenuto a battesimo dal ministro Matteo Salvini, segretario federale del partito, gli altri interventi sono stati decisamente soft. Saverio Pazzano ha tagliato corto chiedendo di non fare “beghe politiche per cui la città non ha interesse” e operare perché si inneschi il cambiamento necessario a una Reggio impantanata nell’azione amministrativa. 

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Giuseppe Marino chiede di dedicare la seduta ai bambini di Gaza

Giuseppe Marino si è soffermato su un tema che, spiega, gli sta “molto a cuore”, cioè i diritti dei bambini, e anche in considerazione della data odierna, giornata mondiale dell’infanzia e l’adolescenza, chiede a Marra di dedicare la seduta ai bambini che vivono nella striscia di Gaza. Citando poi il disagio educativo e le devianze commenta: “È arrivato il momento di svolgere opera educativa di strada”, proponendo che la Giunta, come misura di prevenzione sociale, utilizzi più fondi europei sull’inclusione sociale per gli adolescenti.

Nino Zimbalatti mette in evidenza il problema delle strutture psichiatriche, sollecitando affinché l’accordo trovato dal Comune sia non un punto d’arrivo, ma un punto di partenza. Giuseppe Sera tiene invece a ricordare all’opposizione la partenza di opere pubbliche per 56 milioni di euro: “E’ giusto attendere l’esito dei lavori, ma ci pare una degna concretizzazione degli input di mandato del sindaco”. Mentre Filippo Burrone lancia una frecciatina ironica: “Pochi giorni fa l’opposizione aveva detto a Falcomatà ‘bentornato, aggiusti la Giunta e vada avanti’, ora c’è chi gli dice di farsi da parte… Meglio concederle altri quattro giorni di tempo affinché decida cosa vuol dire effettivamente. E a chi parla di ‘topi che scappano’ io dico: vero, a fine consiliatura spesso i topi scappano… il problema è vedere quale nave poi li accoglierà!” 

Il consigliere ha poi tenuto a parlare di prospettive della città con un messaggio di allarme per la linea tracciata dal governo nazionale: “E’ importante chiarire che uno dei problemi fondamentali di Reggio (e non solo) si chiama autonomia differenziata: lo stesso Occhiuto ha chiarito che sui Lep siamo a un punto morto”. 

La risposta di Falcomatà: “Basta guerre politiche, alla città servono dialogo e partecipazione di tutti” 

Falcomatà entra poco nel merito, citando solo alcuni degli investimenti che saranno messi a frutto in questa nuova fase amministrativa e risponde agli attacchi senza mandarle a dire ma in un certo senso mettendo fiori nei cannoni dell’opposizione. Il trend è la gentilezza: “A chi pensa che l’unico modo per fare politica in questa città sia la guerra io dico che invece se abbiamo un obiettivo comune dobbiamo essere gentili nelle parole e nei modi. Anche quando si hanno idee diverse si deve salvare il dialogo, e noi continueremo a farlo con tutti, con il governo e le istituzioni calabresi”. Il sindaco ha difeso la propria scelta di non abbandonare la guida dell’amministrazione: “Se la sofferenza ti ha reso più cattivo vuol dire che l’hai sprecata. In questi due anni, dolorosi per noi e le nostre famiglie, sono state usate parole dure, ho sentito parlare di dignità, presa di coscienza e dimissioni. Ma tutti noi abbiamo affrontato questo periodo con la massima dignità, scegliendo il silenzio e non abbiamo fatto un passo indietro in una situazione che era da decidere”.

Il sindaco ha concluso tendendo la mano alla minoranza per “partecipare al nuovo percorso in un’ottica di condivisione dei problemi e delle proposte e contribuire tutti alla rinascita della nostra città”. Insoddisfatto della risposta Minicuci, che non riuscendo a replicare ha abbandonato la seduta.

L’approvazione delle delibere in odg sui debiti fuori bilancio è stata rapida e senza intoppi. Pazzano ha colto l’occasione per invitare alla riflessione sugli avanzi (ad esempio i 30 milioni di residui dei mutui) e ribadire la richiesta del suo gruppo di usarli per i servizi essenzali. Inoltre il consigliere ha ricordato il diritto acquisito della cittadinanza ad avere un rimborso parziale del canone idrico per il danno subìto nelle situazioni di disservizio nell’erogazione dell’acqua.

Approvata all’unanimità mozione contro la violenza di genere

Gli ultimi due punti sull’acquisizione sanante di terreni sono stati espunti e rinviati all’esame della commissione assetto, poi si è passati a discutere sull’odg fuori regolamento per l’approvazione di una mozione contro la violenza di genere. Tutti d’accordo i presenti nel formalizzare l’impegno del consiglio per la prevenzione di un’emergenza sociale sempre più drammatica, che a pochi giorni dalla giornata internazionale contro la violenza sulle donne che nel nostro territorio ha fatto registrare la vittima di un delitto particolarmente crudele, l’uccisione della dottoressa Francesca Romeo. Nel dibattito che ha preceduto il voto Barreca ha fatto un appello a far entrare il tema nelle case: “Siamo prima che amministratori uomini e donne, e genitori. Dobbiamo fare ognuno la nostra parte, iniziando dalle famiglie, per arginare questo fenomeno che mette tutti in pericolo e soprattutto i nostri figli e i giovani”. 

Anche Massimo Ripepi ha parlato di centralità della famiglia nel contrasto ai modelli sociali violenti e chiesto che la mozione non resti su un piano teorico ma sia incanalata in iniziative concrete. Accanto all’azione del centro antiviolenza e la nascita della casa delle donne, il consigliere ha suggerito di coinvolgere in un percorso transgenerazionale anziani e giovani, mettendo in contatto “chi ha amore da dare e chi ha bisogno di riceverlo”, immaginando punti di incontro dove accanto agli specialisti ci siano persone capaci di diffondere esperienze di sentimenti familiari solidi e positivi. 




























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