PESCARA – Potrebbe allargarsi nelle prossime ore, e coinvolgere altre figure considerate marginali, la clamorosa operazione messa a segno ieri dai carabinieri di Pescara, che ha portato all’arresto di 20 persone, di cui una ai domiciliari, contestando, per la prima volta a carico delle famiglie rom del quartiere Rancitelli, con base operative nel rione “Ferro di Cavallo”, l’associazione per delinquere di stampo mafioso.
Un’organizzazione dedita ad estorsioni, possesso di armi ed esplosivi, traffico illecito di sostanze stupefacenti, tentato omicidio, danneggiamento aggravato, accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti, occupazioni abusive di immobili, minaccia aggravata e truffa.
Un quartiere, quello di Rancitelli, trasformato in un “centro commerciale” della droga in piena regola, dove si spacciava ad ogni ora ogni tipo di stupefacente, dalla cocaina ed eroina alla ketamina e al krokodile, la “droga degli zombi” o “del cannibale”, utilizzando gli appartamenti di edilizia popolare occupati abusivamente, percependo in alcuni casi anche il reddito di cittadinanza. Un quartiere off limits, in cui poteva accedere solo chi dicevano loro. In caso contrario erano minacce e aggressioni, come quelle ai giornalisti Vittorio Brumotti di Mediaset e Daniele Piervincenzi della Rai. Strutturati, è stato detto in conferenza stampa, come una specie di anti Stato, tanto che “un esercente che aveva subìto un furto invece di rivolgersi alle forze di polizia ha chiesto aiuto al gruppo”.
Le misure cautelari sono state emesse dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di L’Aquila Marco Billi su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia e del Procuratore Distrettuale Michele Augusto Renzo e del Pm Stefano Gallo.
Le attività investigative hanno preso lo spunto da alcuni reati “spia” dai quali si è percepito lo stato di profondo disagio degli abitanti del quartiere – e in genere della cittadinanza pescarese – per la prassi di illegalità invalsa nel quartiere, divenuto gradualmente invivibile per chi non prestasse acquiescenza alle prevaricazioni e non tollerasse passivamente la commissione dei più svariati delitti.
Gli arrestati sono Valentino Spinelli, 31 anni, che qualche anno fa, ad affacciarsi dal balcone di casa e a sparare colpi di fucile contro due romeni. Considerato il giovane capo indiscusso dell’organizzazione, che dal carcere, utilizzando un telefono cellulare, dettava ordini alla banda. Sua moglie, Erminia Papaccioli, 30 anni, “reggente durante il periodo di permanenza in carcere del marito”, Guerino Spinelli detto “Vietnam”,55 anni il padre di Valentino Spinelli, che si sarebbe occupato del costante approvvigionamento di stupefacenti, che ha operato anche in permesso premio o agli arresti domiciliari, Guerino Spinelli, 32 anni, in carcere per l’omicidio di Marco Cervoni, avvenuto al Ferro di Cavallo, per il quale sta scontando 16 anni di reclusione. Patrick Fusilli, 37 anni, responsabile dell’introduzione in carcere delle schede Sim, residente a San Giovanni Teatino, e Daniel Ciarallo, 34 anni, residente nella zona di via Tavo, presunto responsabile delle attività di spaccio, Jessika Spinelli, 34 anni, Johnny Di Pietrantonio, 36 anni, già in carcere, arrestato nel 2021 per la rapina a un commerciante del mercato ortofrutticolo, e che aveva picchiato il giornalista Daniele Piervincenzi, arrivato al Ferro di cavallo per un servizio. Tamara Rech, 30 anni, che con Valentino Spinelli fu coinvolta in un’indagine per spaccio di stupefacenti tra Pescara e Ortona. Luigi Christian Paratore, 24 anni, Osman Tufa, 43 anni, origini albanesi, senza fissa dimora, già detenuto nel carcere di Pescara, Francesco Mincolla, 46 anni, originario di Massafra, Morena Caprini, 45 anni; Fabio Ippoliti, 46 anni, Dennis Di Lorito, 32 anni E ancora Francesca Ciarelli, 54 anni, arrestata insieme con Vincenzo Ciarelli, 31 anni, Bruno Papaccioli di 57 anni. Mattia Ferri, 35 anni, in carcere. L’unico agli arresti domiciliari è Samuele Capricci, di 21 anni.
Ha spiegato ieri il procuratore Michele Renzo: “La lunga e complessa investigazione, assistita da un’accurata rilettura di plurimi episodi criminosi avvenuti nel recente passato e isolatamente perseguiti, segna un cambio di passo nella comprensione delle dinamiche della criminalità urbana pescarese e sottolinea l’estrema pericolosità dei gruppi organizzati, che riproducono su scala territoriale ridotta, ma con la medesima intensità aggressiva, i fenomeni mafiosi che si è soliti contrastare su scala regionale o nazionale”.
Ha detto il comandante provinciale dell’Arma di Pescara colonnello Riccardo Barbera: “un fatto straordinario per la città di Pescara perché parliamo di accuse di associazione mafiosa e in questa città è la prima volta. Parliamo di una mafia autoctona ma non meno pericolosa delle altre mafie. Le persone indagate – pensavano che il Ferro di Cavallo potesse essere una zona franca dove tutto era lecito. Una associazione che operava nella zona del Ferro di Cavallo ma anche in altri quartieri della città di Pescara”.
Il comandante del Reparto Operativo dei Cc di Pescara tenente colonnello Antonio Bandelli ha poi aggiunto che “Il gruppo malavitoso operava a Rancitelli e al Ferro ma aveva anche una sorta di controllo nel carcere San Donato, la cui direzione è stata molto collaborativa permettendo il sequestro oggi di un telefonino con cui il leader dell’organizzazione dava ordini dall’interno della casa circondariale”.
In una nota lo stesso ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha espresso “grande soddisfazione per l’operazione condotta oggi a Pescara dall’Arma dei Carabinieri, con il coordinamento della DDA della Procura dell’Aquila. L’operazione testimonia l’impegno di magistratura e forze di polizia nella azione di prevenzione e contrasto delle organizzazioni criminali. La lotta ai fenomeni criminali rappresenta un obiettivo prioritario. Queste azioni, realizzate grazie alle capacità investigative ed operative delle nostre Forze di polizia, sono fondamentali per rafforzare la presenza dello Stato sul territorio e garantire alle comunità maggiori condizioni di legalità e sicurezza”, ha evidenziato il titolare del Viminale.
Il presidente della Regione, Marco Marsilio, ha espresso “il plauso, a nome personale e dell’intera giunta regionale, alle forze dell’ordine e alla magistratura che questa mattina hanno effettuato un’importante operazione antidroga nel quartiere Rancitelli di Pescara con numerosi arresti. Più volte incontrando i vertici delle forze dell’ordine, i Prefetti e la magistratura avevo invitato a non sottovalutare il tasso criminale delle famiglie rom, per evitare che a Pescara e in Abruzzo si potesse ripetere l’errore, così come accaduto a Roma con i Casamonica, di non capirne la reale pericolosità”.
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