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Realizzati in gran parte in acciaio, i rubinetti non gravano più di tanto sulle discariche ormai quasi sature, ma per le aziende è d’obbligo riutilizzare e riciclare. Con non pochi vantaggi economici.

Da tempo il rifiuto da gestire in discarica pare non essere un problema per le aziende del settore rubinetteria: attente al ciclo di vita del prodotto in ogni sua fase, le imprese del comparto sono infatti già in grado di recuperare lo scarto e di rifondere l’acciaio di cui i rubinetti sono composti all’80-90%. La questione da risolvere è invece quella relativa allo smaltimento dei rifiuti provenienti da demolizioni e cantiere. E, per centrare l’obiettivo, servono formazione e sensibilizzazione.

Lo smaltimento virtuoso dei residui industriali è già realtà

Zucchetti garantisce standard qualitativi elevati in relazione a prodotti, processi industriali e politiche ambientali, perseguendo una strategia improntata al miglioramento continuo. “Oggi adottare comportamenti sostenibili è diventato un imperativo”, rileva Elena Zucchetti, AD Zucchetti KOS. “Da anni questo è per noi un obiettivo prioritario, e le nostre azioni concrete ci hanno permesso di conseguire la certificazione UNI ISO 45001:2018. Tutti i residui di ottone ottenuti dalle lavorazioni di tornitura o le polveri derivanti dalla smerigliatura vengono riutilizzati in fonderia come materia prima, le sostanze inquinanti non tossiche risultanti dai processi industriali e di depurazione vengono disidratate con un sistema di pressatura, che consente di ottenere mattonelle di dimensioni minime, con notevole riduzione dei volumi da smaltire e dell’impatto ambientale, mentre le sostanze potenzialmente tossiche vanno inertizzate prima si essere compattate”. In Zucchetti, dove i fatturati sono lievitati di oltre il 10% complessivo nel 2022 (e l’Ebitda è cresciuto di circa il 50%), si privilegiano materiali privi di elementi dannosi per la salute e gli ecosistemi e in linea con le più severe normative internazionali, ed è massima l’attenzione per la sostenibilità di tutto l’iter di produzione.

Un report ‘green’ per sostenere l’impegno a favore del cambiamento

Considerare il ciclo di vita del prodotto nella sua interezza porta le aziende più sensibili al tema dell’economia circolare a migliorarne la durabilità, in modo da ovviare al problema dello smaltimento partendo già dalla progettazione.

“Ideal Standard ha un passato pionieristico nello sviluppo delle nuove tecnologie legate alla durabilità del prodotto”, dichiara Giulio Colombo, Marketing director di Ideal Standard Italia. “Pensiamo per esempio alla cartuccia a dischi in ceramica introdotta nel 1969, un’innovazione che ha ridefinito il modo in cui si usa il bagno e reso possibile l’introduzione del rubinetto con miscelatore. FirmaFlow®, l’ultimo sviluppo di questa cartuccia, garantisce più di 750000 cicli di utilizzo, dieci volte la norma UE (EN817), ed è sufficiente per durare fino a 20 anni. Abbiamo inoltre brevettato materiali innovativi come il Diamatec®, una speciale miscela che permette di creare, con un processo più sostenibile, prodotti ceramici ultra-sottili ma con una durata senza precedenti e, per la rubinetteria, abbiamo messo a punto il Diametec® Brass, una miscela che consente di ottenere una ‘dematerializzazione’, e cioè la creazione di miscelatori, oltre che più durevoli, con un corpo sempre più sottile”.

Ideal Standard garantisce 100 anni per la ceramica e 5 anni per la rubinetteria: “La narrazione del nostro impegno verso i clienti è molto importante, e cerchiamo di avere touch point sia fisici che digitali: per i professionisti abbiamo per esempio le Dichiarazioni Ambientali di Prodotto EPD disponibili a oggi per oltre 5000 codici”. Tra le attività messe in atto per comunicare la sostenbilità dell’azienda, è stato lanciato il primo Report di sostenibilità “Together for a Better Future”, che illustra i nove committment di Ideal Standard in settori quali la decarbonizzazione, l’economia circolare, l’innovazione di prodotto, la sicurezza e l’uguaglianza, che determineranno un significativo cambiamento nell’approccio a processi e prodotti. Questi nove obiettivi sono allineati con i principi di sostenibilità definiti dal Global Compact delle Nazioni Unite, a cui l’azienda ha aderito nel 2022 come segno tangibile del suo impegno per la realizzazione di azioni commerciali responsabili. Il Report definisce obiettivi atti a misurare i progressi compiuti lungo il percorso di produzione, compreso l’obiettivo di ridurre le emissioni di carbonio del 30% nel 2030. Con l’intento di raggiungere la totale neutralità entro il 2050.

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Educare i consumatori finali nei confronti della salvaguardia del Pianeta

Ritmonio punta a una produzione che riduca al minimo l’impatto sugli ecosistemi, con prodotti pensati nel rispetto dell’ambiente, che evitano gli sprechi e minimizzano i consumi di energia e di materie prime. È una mission che si concretizza in una costante analisi e in una capillare ottimizzazione dei processi produttivi e tecnologici: il sistema di gestione ambientale di Ritmonio è conforme alla normativa ISO 14001:2015, che ne garantisce la sostenibilità e la correttezza, ed è la base per trasformare le best practice in opportunità concrete di business. “Forti della spinta al cambiamento che da sempre ci contraddistingue, il nostro obiettivo è quello di rispettare i desideri di un consumatore sempre più sensibile, informato e attento alla salvaguardia del Pianeta”, dice Luca Ritmonio, AD dell’azienda, che ha chiuso il 2022 a 33 milioni di euro di fatturato con un upgrade del 6% nel primo semestre 2023. “Vogliamo offrire un prodotto di qualità Made in Italy, che sia anche in grado di raccontare la nostra attenzione per l’ambiente e per un utilizzo consapevole delle risorse idriche. Il nostro reparto galvanico a ciclo chiuso è dotato di tecnologie innovative di recupero, in grado di efficientare i consumi energetici e ridurre quelli delle acque di processo, che vengono depurate e reimmesse nel ciclo produttivo. Gli eluati di scarto vengono poi smaltiti da enti preposti al trattamento di questa particolare tipologia di rifiuti”.

Ritmonio ha messo in atto il programma ECO per i prodotti della divisione Bath&Shower (miscelatori per lavabo e bidet) che si distinguono per una portata d’acqua inferiore ai 9 litri al minuto (fino a 6 litri al minuto per alcune configurazioni), garantendo al tempo stesso il massimo del comfort di utilizzo per l’utente. La tecnologia ECO PLUS, inoltre, regola l’emissione di acqua calda in base alle effettive necessità: quando il comando è in posizione centrale, esce solo acqua fredda e mai premiscelata: in questo modo, si evita l’accensione inutile dei sistemi di riscaldamento, con un conseguente risparmio energetico. Un’attenzione speciale viene riservata anche ai materiali per il packaging: “Abbiamo cercato di ridurre al minimo l’utilizzo della plastica, ma eliminarla del tutto non è ancora possibile, perché dipendiamo comunque dai fornitori di imballaggi. Servirebbe fare uno sforzo di sistema, in cui ognuno fa la sua parte”, precisa Luca Ritmonio. E quanto al tema della discariche, sul quale “in Italia manca un’educazione a livello generale, purtroppo non possiamo verificare, come azienda, che i materiali di cui sono fatte le nostre componenti non vengano mescolate con altro in fase di demolizione. Quello che invece possiamo fare è cercare di sensibilizzare ed educare l’utilizzatore per capire come smaltire al meglio un prodotto complesso come un rubinetto”.

Più investimenti sugli impianti e sulle tecnologie per il risparmio di energia

Palazzani.eu s.p.a. nel 2023 ha dato seguito a una serie di investimenti per un ammontare di circa 5 milioni di euro. “Il primo grande investimento”, spiega Marco Palazzani, CEO di Palazzani.eu, “riguarda la sostituzione dell’impianto di cromatura esavalente, che presto verrà vietata in seno all’Unione Europea, con un avveniristico impianto per la cromatura trivalente, privo di pericoli per il consumatore, con cui andremo concretamente a risparmiare oltre il 70% dell’energia. Per il funzionamento dell’attuale caldaia, infatti, sono necessarie solo 400 kcal contro le 1.500 kcal della precedente. A questo impianto è stato affiancato, inoltre, un sistema di depurazione e riutilizzo delle sostanze impiegate durante il ciclo di cromatura per il recupero dei materiali chimici coinvolti”. Con queste nuove e avveniristiche dotazioni industriali, l’azienda cremonese (fatturato a 9 milioni di euro nel 2022, con la previsione di arrivare a 9,5 nel 2023) produrrà a “scarico zero”, anche perché tutti gli inquinanti sono re-immessi nel ciclo di produzione, come ad esempio l’acqua che, una volta depurata, viene riutilizzata totalmente.

“Un altro importante investimento riguarda l’impianto per la finitura con la tecnologia PVD, applicata sopra la cromatura, che permette di ottenere colorazioni particolari per tutte le collezioni di rubinetterie”, prosegue Marco Palazzani. “La tecnologia di cui si parla è la PVD COLOR TECHNOLOGY_PALAZZANI: inattaccabile da solventi, acidi o alcali e da prodotti anticalcare, è inalterabile dalla luce (UV: 2400 ore – UNI 9397) e conferisce ai prodotti una notevole durezza superficiale. “Considerando di nuovo l’aspetto sostenibile del processo, il ciclo del PVD non ha alcun rifiuto industriale e può essere considerato totalmente green. Non c’è smaltimento e di conseguenza non ci sono costi aggiuntivi e non si produce inquinamento. È un ciclo virtuoso che apporta benefici anche al cliente finale, perché dispone di un prodotto resistente, di alta qualità, che rispetta l’ambiente e che viene proposto a un prezzo competitivo. Questa secondo noi è la vera essenza del design: concretizzare l’idea creativa di un progettista utilizzando un processo industriale di eccellenza, per poi immetterla sul mercato al prezzo più competitivo possibile”.



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