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Come è noto l’istituto di previdenza, per legge, ha il ruolo di garantire l’erogazione delle pensioni e di prestazioni quali ad esempio la Naspi o la Cig, come pure la funzione di assicurare tutela a favore delle fasce sociali più deboli grazie a prestazioni di ambito assistenziale. Ovviamente tra i suoi compiti vi è anche quello di curare la raccolta dei contributi previdenziali, dovuti alle diverse gestioni da parte di lavoratori e datori di lavoro.

Ma non solo. L’Inps pubblica periodicamente messaggi, con i quali fa luce e fornisce chiarimenti in merito ad importanti istituti o novità normative. Ebbene recentemente, con il messaggio n. 3510 del 6 ottobre scorso, l’istituto di previdenza ha dato utili precisazioni per quanto riguarda la gestione delle prestazioni del reddito di cittadinanza sospese per completata fruizione delle sette mensilità.

Ricordiamo infatti che, a seguito del decreto Lavoro e con l’introduzione del nuovo assetto di misure di sostegno al reddito, il RdC è destinato ad essere definitivamente archiviato a fine anno, per lasciar spazio all’assegno di inclusione, che si combinerà con l’altra misura costituita dal Supporto Formazione e Lavoro. Ecco di seguito perché il citato messaggio Inps è utile ai percettori del reddito di cittadinanza e cosa chiarisce. I dettagli.

Leggi anche: Supporto Formazione e Lavoro: guida completa e aggiornata

Reddito di cittadinanza 2023: cosa è cambiato con il decreto Lavoro?

Con il messaggio n. 3510 del 6 ottobre l’istituto di previdenza ha spiegato come fare a ricevere il reddito di cittadinanza 2023, oltre le 7 mensilità previste dagli ultimi aggiornamenti normativi.

Il decreto Lavoro ha infatti introdotto la novità per cui l’Inps, dallo scorso luglio, sta procedendo –  mese dopo mese – a sospendere l’erogazione del reddito di cittadinanza ai nuclei senza più i requisiti per continuare ad avvalersi della misura oltre le citate sette mensilità. Di fatto oggi il bacino dei beneficiari del reddito di cittadinanza è stato così limitato per il 2023.

In particolare Inps nel messaggio n. 3510 spiega che la causale della sospensione è indicata in procedura con la motivazione che segue: “domanda sospesa per completata fruizione delle sette mensilità nel 2023”.

Onde continuare a ricevere il reddito di cittadinanza nel 2023 senza incappare nella sospensione, i nuclei familiari percettori dovranno avere al loro interno uno dei seguenti membri:

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  • disabili;
  • giovani al di sotto dei 18 anni di età;
  • persone con almeno 60 anni di età;
  • percettori che siano presi in carico dai servizi sociali poiché non attivabili al lavoro, come comunicati all’Inps tramite la piattaforma GePI entro il 31 ottobre prossimo.

Quando l’erogazione reddito di cittadinanza 2023procede dopo le 7 mensilità

Ebbene il messaggio Inps n. 3510 è particolarmente utile – dicevamo – perché spiega quando si continua a ricevere il sussidio oltre le sette mensilità. L’istituto infatti indica che:

  • nell’ipotesi nella quale il requisito anagrafico utile alla continuazione dell’erogazione della misura si manifesti prima della settima mensilità o nel mese immediatamente posteriore (ad es. per compimento dei 60 anni di un membro del nucleo), detto requisito è rilevato in modo automatico dai sistemi informatici. Conseguentemente gli interessati non debbono attivarsi con una nuova domanda di reddito di cittadinanza e il versamento della prestazione continua come prima;
  • nell’ipotesi di nascita di un figlio o in caso di nuova disabilità accertata, se la nuova dichiarazione sostitutiva unica (DSU) viene presentata entro il settimo mese di spettanza del reddito di cittadinanza o in quello posteriore, la nuova situazione del nucleo familiare beneficiario del reddito di cittadinanza è rilevata d’ufficio nell’ambito dell’iter di rielaborazione automatica delle domande (rinnovo mensile). Anche in questa circostanza, il versamento del beneficio continua in modo automatico come prima.

Quando va fatta una nuova domanda di accesso al RdC?

Nello stesso messaggio Inps precisa anche che, nelle circostanze nelle quali:

  • il requisito per continuare ad avere il RdC, si concretizzi dopo il primo mese di sospensione (Inps fa l’esempio della prestazione sospesa a luglio 2023 con requisito maturato a settembre 2023);
  • oppure la DSU sia presentata dopo l’intervenuta sospensione;

il nucleo interessato dovrà presentare una nuova domanda di reddito di cittadinanza. Con il chiarimento per cui la nuova domanda non sarà stoppata dalla domanda sospesa per la causale in precedenza indicata (“domanda sospesa per completata fruizione delle sette mensilità nel 2023”) e secondo cui il versamento del reddito di cittadinanza decorrerà comunque dal mese posteriore a quello di presentazione della nuova richiesta.

Perdita del requisito: che succede?

Il messaggio citato spiega anche quali sono le conseguenze, in ipotesi di perdita del requisito che dà diritto all’erogazione del reddito di cittadinanza. Ebbene Inps indica che:

  • nel caso in cui per le prestazioni del reddito di cittadinanza per le quali sia disposta la prosecuzione dell’erogazione oltre le sette mensilità, si sia nel mentre verificata la perdita del requisito per continuare a ricevere la prestazione (ad es. per variazione del nucleo, per morte o per compimento della maggiore età di uno dei membri),
  • il nucleo familiare cesserà dalla fruizione del sussidio entro la settima mensilità o, se oltrepassata, dalla mensilità di fruizione nella quale si è verificato l’evento interruttivo.

Concludendo, nel documento dell’istituto è confermata, fino alla mensilità di novembre 2023, l’ipotesi di nuova erogazione del reddito di cittadinanza laddove sia comunicata all’Inps, attraverso la piattaforma GePI ed entro il termine del 31 ottobre 2023, la presa in carico del nucleo su iniziativa dei servizi sociali. In dette circostanze, non serve la presentazione della nuova domanda per il ripristino del RdC.



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