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  • In presenza di un debito, il proprio conto corrente potrebbe essere a rischio. 
  • Il pignoramento del conto corrente, infatti, rappresenta la modalità con la quale il Fisco (e non solo) agisce per recuperare i suoi crediti. 
  • L’espropriazione forzata può anche agire tramite pignoramento dello stipendio o della pensione: ci sono alcune pratiche legali per tutelarsi. 

Il pignoramento del conto corrente avviene in presenza di un debito nei confronti di un soggetto creditore. Tale soggetto può essere un privato, così come una banca, l’Agenzia delle Entrate o una finanziaria. 

La procedura è molto semplice:

  • il creditore dimostra al Tribunale di avere un credito da riscuotere;
  • il debitore ha una determinato periodo di tempo per procedere al pagamento del debito – l’ultima chance per pagare è rappresentata dall’atto di precetto;
  • si procede con il pignoramento del conto corrente (ma anche di beni mobili e immobili) qualora il debito dovesse persistere alla scadenza dell’ultimo termine di pagamento. 

L’atto di precetto può essere notificato in presenza di una cambiale, una sentenza di condanna, un decreto ingiuntivo, un assegno. Nel caso specifico dell’Agenzia delle entrate, dopo un primo avviso bonario, quindi un sollecito di pagamento, si procede con l’invio di una cartella esattoriale, la quale rappresenta un atto esecutivo

Questo significa che il Fisco avrà il diritto di procedere con il pignoramento del conto corrente senza dover aspettare un’eventuale decisione da parte del Giudice. 

A questo punto, possiamo chiederci: cosa si potrebbe fare per proteggersi da un pignoramento? Esistono delle soluzioni legali? Vediamolo insieme. 

Cosa succede dopo il pignoramento del conto corrente

Abbiamo descritto a grandi linee la procedura che porta al pignoramento di un conto corrente, ma cosa succede nella pratica? La banca ha l’obbligo di bloccare i soldi presenti sul conto, compresi anche i depositi azionari e obbligazionari, qualsiasi titolo intestato al debitore, le trattenute, i corrispettivi.

Dal punto di vista legislativo, ci sono delle norme relative al pignoramento di entrate provenienti da stipendio, pensione o NASpI. Nella pratica, non si possono prelevare tutti i soldi, ma soltanto una parte: si tratta della cosiddetta regola del quinto.

Nel caso di un debito con l’Agenzia delle Entrate, l’ente potrebbe risalire con facilità al proprio conto corrente grazie all’Anagrafe tributaria. Potrebbe quindi procedere con il blocco del conto comunicando direttamente con la banca. 

L’Anagrafe tributaria non è altro che un registro al quale può accedere non solo l’Agenzia delle entrate, ma anche qualsiasi creditore privato. Al suo interno sono contenute tutte le informazioni sui conti correnti posseduti da qualsiasi persona. Non si può però conoscere il quantitativo di soldi depositati sul conto. L’unico conto corrente che non si può pignorare è quello senza soldi. Per il resto, il pignoramento può colpire anche i soldi disponibili all’estero.

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Come difendersi dal pignoramento del conto corrente

Come si evince dal precedente paragrafo, trasferire i soldi su un conto corrente estero non è una soluzione per proteggere i propri risparmi da un pignoramento. Considerato che la durata dello stesso dipende dall’inottemperanza del debitore, riuscire a saldare i propri debiti per tempo porterebbe la banca a sbloccare il conto pignorato

Vien da sé che, a prescindere dalle motivazioni alla base, chi ha contratto un debito si trova sicuramente in una situazione difficile, quindi pagare, nella maggior parte dei casi, non è una scelta concretamente realizzabile. 

Si potrebbero allora prelevare tutti i soldi dal conto, ma anche in questo caso, si dovrebbero considerare due conseguenze inevitabili: avere troppi contanti in casa potrebbe essere controproducente sia per il rischio che qualcuno possa venirlo a sapere, organizzando un furto nella propria abitazione, sia perché i soldi andrebbero inevitabilmente incontro a erosione

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I soldi non si potrebbero poi spostare su un altro conto corrente, perché, sempre per il meccanismo sopra illustrato, lo stesso potrebbe essere pignorato. Di conseguenza, quali sono le possibili alternative legali?

Si potrebbe trasferire, prima che avvenga il pignoramento, il denaro presente sul proprio conto sul conto corrente di un’altra persona, come per esempio un figlio, un’amica, un parente. 

Il conto corrente di quella persona, nei fatti, non potrà essere pignorato. Il Fisco potrebbe comunque fare dei controlli su una simile operazione e bloccare eventuali trasferimenti bancari. 

Scopri di più nella nostra guida su Pignoramento pensione: caratteristiche, come funziona e limiti

pignorare conto corrente come proteggersi

Conto corrente cointestato: è pignorabile?

Analizziamo il caso di un conto corrente cointestato, per esempio quello di una coppia sposata. Cosa accade nell’ipotesi in cui il marito dovesse contrarre dei debiti? Sarebbero pignorati anche i soldi della moglie?

L’art. 599 del codice di procedura civile prevede che

Possono essere pignorati i beni indivisi anche quando non tutti i comproprietari sono obbligati verso il creditore.

In tal caso del pignoramento è notificato avviso, a cura del creditore pignorante, anche agli altri comproprietari, ai quali è fatto divieto di lasciare separare dal debitore la sua parte delle cose comuni senza ordine di giudice.

Gli intestatari del conto dovranno presentarsi davanti al Giudice Esecutivo per far sì che lo stesso proceda alla separazione della quota del debitore da quella degli altri comproprietari – in questo caso, quella del marito da quella della moglie. 

Accade nei fatti che, in assenza di prove differenti, i soldi presenti sul conto corrente cointestato siano considerate uguali per la metà, quindi che il conto corrente possa essere pignorato solo della misura del 50%

Oltre ai conti cointestati, altri strumenti finanziari che non possono essere pignorati al 100% sono poi i conti pensione e i conti correnti intestati a soggetti minorenni

Approfondisci leggendo Pignoramento conto corrente del coniuge in comunione dei beni

come difendersi pignoramento conto

Si possono pignorare i bonifici su un conto pignorato?

La legge prevede che ci siano una serie di casi in cui non è possibile pignorare i soldi di un soggetto debitore. Si tratta degli importi legati a:

  • polizze vita;
  • mantenimento dei figli;
  • assegno o pensione sociale;
  • pensione di invalidità civile o altri sussidi per le malattie;
  • assegno familiari;
  • quella parte della pensione che permette di garantire il cosiddetto minimo vitale

I bonifici che si riferiscono alle voci in elenco non possono essere pignorati. Di contro, invece, tutti gli altri bonifici in arrivo su un conto corrente pignorato possono essere oggetto di pignoramento

Potresti leggere anche Atto di pignoramento immobiliare: iscrizione a ruolo e istanza di vendita

Il bonifico può essere pignorato:

  • prima che parta: in questo caso, viene notificato l’atto di pignoramento al soggetto che sta per eseguirlo;
  • nel momento in cui parte, prima ancora che arrivi sul conto del debitore;
  • direttamente dal conto corrente, quindi dopo che è stato accreditato. 

Anche in questa ipotesi, per evitare il pignoramento di un bonifico, si potrebbe prelevare la somma ricevuta prima che venga pignorata, oppure farla accreditare su un conto corrente cointestato – in questo secondo caso, se ne perderebbe soltanto la metà. 

Come difendersi dal pignoramento del conto corrente – Domande frequenti

I bonifici possono essere pignorati?

Ci sono delle regole ben precise, per esempio relative al bonifico dello stipendio o della pensione, che non possono essere del tutto pignorati. In linea generale, sì, è possibile farlo. 

Come fa l’Agenzia delle entrate a conoscere qual è il mio conto corrente?

I conti correnti di tutte le persone sono registrati presso l’Anagrafe tributaria. 

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