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La grande mostra è stata organizzata con la casa editrice Electa è curata da Mario Barenghi, docente di Letteratura Italiana Contemporanea presso l’Università di Milano Bicocca e tra i massimi studiosi dell’opera dello scrittore. È stata realizzata in collaborazione con Regione Liguria e Comune di Genova con Fondazione Palazzo Ducale. Anche questa volta, nella nostra città una esposizione legata a quella della prestigiosa istituzione, “Calvino cantafavole” che aprirà nella Loggia degli Abati il 15 ottobre

Nel quadro del programma ufficiale delle celebrazioni del centenario della nascita di Italo Calvino (1923 – 1985) le Scuderie del Quirinale presentano Favoloso Calvino. Il mondo come opera d’arte. Carpaccio, de Chirico, Gnoli, Melotti e gli altri, dal 13 ottobre 2023 al 4 febbraio 2024.

La mostra propone un percorso tendenzialmente cronologico, che mira a illustrare i caratteri e l’evoluzione dell’immaginario calviniano dagli anni di formazione e dalle prime prove agli anni della maturità artistica, fino ai tanti progetti lasciati in sospeso. Si è però ritenuto opportuno inserire due premesse. La prima consiste nel riferimento lungo la cordonata al testo del 1971 Dall’opaco, che offre una suggestiva stilizzazione del paesaggio originario di Calvino; la seconda, nella prima sala, promuove l’immagine della foresta a emblema dell’intera opera calviniana, grazie all’installazione di Eva Jospin Forêt Palatine.
Nella sezione 2 si fronteggiano da un lato testi e materiali che documentano l’attività dei genitori di Calvino nei campi della botanica, della floricoltura e dell’agronomia, dall’altra riferimenti al cinema degli anni Trenta, oggetto di culto da parte del giovane Italo. Al centro della sala, l’originale installazione di Emilio Isgrò sulla Formica argentina funge da ponte tra un fenomeno reale e la sua futura trasfigurazione letteraria. La sezione 3 mette a tema la svolta decisiva nella formazione di Calvino, la partecipazione alla Resistenza e la scelta della militanza politica. La durezza e l’intensità dell’esperienza trova nell’opera di Giuseppe Penone qualcosa di simile a un correlativo oggettivo.

Calvino diventa Calvino nella seconda metà degli anni Quaranta, quando decide di dedicarsi alla letteratura, comincia a pubblicare racconti e articoli, ed entra nell’orbita della casa editrice Einaudi, di cui sarà per decenni una delle colonne portanti: ai ritratti dello scrittore ligure e all’ambiente einaudiano è dedicata la sezione 4.
Con la sezione 5 si affronta uno degli aspetti più caratteristici dell’attività calviniana, l’oscillazione e la commistione fra un’istanza realistica e una fantastica o fiabesca. L’opera di maggiori dimensioni dell’intera mostra è l’arazzo millefiori di Pistoia, capolavoro dell’arte rinascimentale in cui lo sguardo s’immerge e si smarrisce, come i personaggi dei romanzi cavallereschi in cerca di avventure.

Le immagini della Torino industriale esposte sull’altro lato intendono rappresentare sia i ripetuti e vani tentativi di Calvino di scrivere un grande romanzo sull’Italia degli anni Cinquanta, sia i riferimenti alla contemporaneità che si leggono comunque in filigrana anche nelle opere dove l’immaginazione sembra più sbrigliata. All’icasticità delle invenzioni calviniane – simboleggiata dall’armatura quattrocentesca prestata dal Kunsthistorisches Museum di Vienna – fa riscontro il travaglio della scrittura, soprattutto nelle opere d’impianto realistico, qui esemplificato da alcune pagine dell’autografo della Speculazione edilizia conservato al Centro manoscritti di Pavia.

Da qui in avanti, alla sequenza cronologica si sovrappone un’articolazione tematica, legata sia a necessità espositive, sia all’oggettiva compresenza nella produzione calviniana di filoni diversi. Calvino è uso lavorare contemporaneamente su più tavoli, e la successione delle opere pubblicate non sempre rispecchia l’ordine di composizione. La sezione 6 indugia sul rapporto con le fiabe, che spazia dalla raccolta Fiabe italiane del 1956 alle favole di Esopo per Valerio Adami fino al mai realizzato progetto del Teatro dei ventagli (Fiabe bianche) concepito con Toti Scialoja.

L’arte è per Calvino un’inesauribile miniera di ispirazioni. La gamma dei riferimenti è quanto mai ampia, e comprende sia le scelte di copertina dei libri (mai casuali, mai secondarie, specie nel caso degli amati Klee e Picasso), sia gli scritti dedicati a singoli artisti (Carlo Levi, Giorgio de Chirico, Domenico Gnoli, Luigi Serafini, Enrico Baj, Tullio Pericoli e tanti altri), sia i casi in cui è proprio un modello visuale ad alimentare la creatività (come accade con Fausto Melotti, Giulio Paolini, Saul Steinberg): mentre, sul versante opposto, si registrano le opere e le installazioni direttamente ispirate ai suoi libri, come gli acquerelli di Pedro Cano sulle Città invisibili, il «veridico ritratto del signor Palomar» di Daniel Maja, Calvino di Richard Serra.

La sezione 7 è dedicata all’esperienza dei racconti cosmicomici, e più in generale, all’interesse di Calvino per l’astronomia, la geografia, la cartografia. Fra i pezzi esposti spiccano la mappa lunare di Gian Domenico Cassini e la rappresentazione del Mediterraneo del trecentista Opicino de Canistris, di cui si parla in Collezione di sabbia. Proprie dell’immaginazione cosmicomica sono poi l’antica, mai smentita attrazione per la forma del fumetto e la grande libertà inventiva, la commistione fra diversi piani del reale, ben presente anche nell’installazione di Mark Dion (vicino a Calvino anche per l’istanza archeologica ed enciclopedica).

Al centro della sezione 8 è Il castello dei destini incrociati, l’opera di Calvino più vicina all’esperienza dell’Oulipo: tant’è che qui sono esposti documenti sui rapporti con il gruppo parigino e con Raymond Queneau, l’unico scrittore straniero di cui Calvino abbia tradotto un’opera. Oltre ai tarocchi quattrocenteschi prestati dall’Accademia Carrara, la presenza di maggior impatto è senza dubbio il San Giorgio dalla grande tela del Carpaccio, figura che Calvino accosta a quella di San Girolamo in un rapporto fatto insieme di opposizione e reversibilità.

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Le città invisibili sono il cuore della sezione 9, in cui campeggia un’opera di Fausto Melotti, artista al quale Calvino dichiara esplicitamente di essersi ispirato per la serie della «città sottili». Ma qui trovano anche spazio le città di De Chirico e di Borbottoni, le pietre di Magnelli, la grande scacchiera di Enrico Baj. A partire dagli anni Settanta Calvino dedica parecchie energie alla forma della descrizione (un impegno che culmina in Palomar) e nello stesso tempo compie importanti viaggi. Particolare rilievo hanno nella sezione 10 le opere di Domenico Gnoli (su cui Calvino scrive in uno dei suoi numerosi contributi alla rivista di Franco Maria Ricci «FMR») e immagini del Messico, del Giappone, di New York. Il tema dell’ultima sala (Cominciare e ricominciare) ricorda soprattutto Se una notte d’inverno un viaggiatore; ma l’intento è anche di ricordare la quantità di nuovi progetti che Calvino aveva in cantiere al momento della sua scomparsa. Una nuova opera di Giulio Paolini, concepita appositamente per questa occasione, s’incentra sullo sguardo di Calvino, che rappresenta il filo conduttore della mostra. Imparare a guardare con occhi diversi è il presupposto per cambiare il mondo – o quanto meno, per salvaguardare la capacità di farlo.

La mostra si conclude con uno sguardo al cielo. Una volta usciti dalle Scuderie del Quirinale, lungo via XXIV Maggio nelle ore serali sarà accesa Palomar, la fantastica opera di luce che Giulio Paolini ha dedicato nel 1998 a Italo Calvino e al suo doppio, Palomar appunto, funambolo nel cosmo celeste.

Eccezionale prestito della Fondazione Torino Musei e del Comune di Torino, con il patrocinio dell’assessorato alla Cultura di Roma Capitale e in collaborazione con ACEA S.p.A. L’opera è tradizionalmente esposta a Torino, nel periodo natalizio, lungo la centralissima via Po nell’ambito dell’evento Luci d’artista.

Electa pubblica il catalogo di cui è autore Mario Barenghi e illustra, sezione dopo sezione, il percorso della mostra. In questa occasione la casa editrice, nell’ambito delle pubblicazioni di approfondimento della figura di Calvino, ripropone un testo prezioso, ormai introvabile: Idem di Giulio Paolini, edito nella collana “Einaudi letteratura” nell’aprile 1975. La nuova edizione ospita una versione più ampia e inedita del testo di Calvino intitolato La squadratura. A questo titolo si aggiunge il volume Calvino A-Z, a cura di Marco Belpoliti, per la collana Enciclopedie. Vi sono riunite 146 voci affidate a 56 autori che, in forma breve ma in modo estensivo, forniscono una mappa per entrare nel mondo-Calvino, nei suoi libri ma anche nei temi, nelle idee, nelle vicende della sua vita di scrittore.
La mostra Favoloso Calvino si inserisce nel progetto delle celebrazioni del centenario insieme a Calvino cantafavole, esposizione curata da Eloisa Morra e Luca Scarlini a Palazzo Ducale di Genova, negli spazi della Loggia degli Abati. L’esposizione genovese – sostenuta dalla Regione Liguria, dal Comune di Genova con Fondazione Palazzo Ducale – è organizzata da Electa in collaborazione con le Scuderie del Quirinale, Teatro della Tosse e Lele Luzzati Foundation. La mostra sarà aperta al pubblico dal 15 ottobre 2023 al 7 aprile 2024.

Iniziative:
Come di consueto, anche in occasione della mostra Favoloso Calvino. Il mondo come opera d’arte. Carpaccio, de Chirico, Gnoli, Melotti e gli altri le Scuderie del Quirinale propongono ai visitatori, a partire da ottobre 2023, un ricco programma di eventi e conferenze organizzato con Electa: una serie di incontri e spettacoli che si terranno presso la sede delle Scuderie del Quirinale e in altri luoghi della città coinvolta nel ricordo dei temi e delle idee che hanno interessato Calvino.
Il programma degli incontri è disponibile su: http://www.scuderiequirinale.it

Gennaro Sangiuliano
Ministro della Cultura

Gli anniversari ci sono dati come occasione per rievocare e rimeditare eventi, persone e circostanze che hanno costruito la nostra memoria, la nostra crescita, la nostra convivenza. Celebrarli è una bella abitudine umana, utile a cementare il senso di appartenenza a un’unica grande storia e a nutrire il sentimento della comunità civile e nazionale che tutti, in forme diverse, ci pervade. La cultura agisce in questo ambito come il collante più inclusivo ed efficace.

Favoloso Calvino è l’iniziativa ideata dalle Scuderie del Quirinale per riflettere, nel centenario della sua nascita, su un personaggio centrale e inaggirabile della civiltà letteraria e non solo del Novecento; un personaggio che ha guadagnato a sé stormi infiniti di lettori, che ha fatto conoscere e ammirare la nostra lingua e il nostro Paese in tutto il mondo, attraverso un complesso di opere molto variegato, dal recupero della tradizione − pensiamo alla stupenda raccolta delle Fiabe italiane − alla narrativa pura e alla letteratura di forte impegno civile, fino a una costante militanza pubblicistica che ha saputo sminuzzare,
nelle occasioni dettate dalla cronaca e negli spazi contingentati dei giornali e delle riviste, tematiche di ampio respiro ideale.
Italo Calvino è stato un intimo conoscitore e un sopraffino servitore della parola, in una temperie culturale e politica molto agitata, in cui ideali magniloquenti hanno avuto il vento in poppa e poi l’hanno perduto, lasciando alla deriva della delusione molti spiriti infervorati dalle più nobili intenzioni. Italo Calvino è stato in questo un intellettuale anteveggente e − se mi è consentita una notazione personale, che vale da semplice lettore tra tanti − mi è parso adottare nel suo approccio letterario, nell’evoluzione del suo stile narrativo, una linea di crescente cautela, ritrosia e diffidenza verso “l’altisonanza” delle parole. Non che abbia mai rinunciato ai suoi valori di fondo, innanzitutto il rigore morale, piuttosto che abbia “temperato” le parole che usava, le abbia rese cristallo, trasparenti e precise, non infuocate. Un modo di esprimere la sua passione all’opposto di un altro grande scrittore, suo coetaneo, di cui si celebra sempre quest’anno il centenario della nascita, l’incendiario Giovanni Testori. La scrittura di Calvino, così “siderale” (parola sua), la sua universalmente nota riflessione sulla leggerezza − sia quella pensosa sia quella frivola − non hanno mai fatto venir meno la fiammante passione che lo animava come cittadino o assottigliato il suo spessore etico di intellettuale.
Della sua sterminata produzione mi capita sovente di ricordare una bella frase, una perla capace di illuminare il talora tortuoso e oscuro cammino nel tempo della storia: «Cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio»: una poetica drammatica ma non priva di speranza, espressa a conclusione delle Città invisibili.
Per questo plaudo con convinzione a questa iniziativa culturale, augurando il successo che merita e che senz’altro le arriderà.

Saluto del Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti

Essere qui oggi vuol dire celebrare la figura di un grande scrittore, uno dei più illustri della nostra terra e anche l’ottima collaborazione instaurata tra la Liguria e in particolare Palazzo Ducale con le Scuderie del Quirinale già dall’anno scorso, con la mostra sul Barocco e ora per il centenario della nascita di Italo Calvino.


Uno scambio e una partnership felice che ci parla del Calvino visionario attraverso opere e disegni di artisti del Rinascimento per ricostruire la figura di uno scrittore unico in cui la dimensione visiva ha avuto una parte molto importante. Scambi di immagini e parole secondo un progetto che vuole rivolgersi, sia agli estimatori, sia ai giovani mettendo sempre in relazione la realtà e il fantastico, attraverso personaggi e paesaggi del mondo e della Liguria a cui Calvino è stato molto legato, in particolare a Sanremo. Oggi noi rendiamo omaggio a un protagonista del suo tempo, uomo impegnato nell’evoluzione della società da un lato e scrittore da sempre attratto dal visionario attraverso cui fa entrare il lettore in un mondo unico. E se è vero che le città felici prendono forme nelle città infelici, come dice Calvino, abbiamo molto da imparare da questa splendida esposizione che si fa in due con la mostra “Calvino cantafavole” nel Palazzo Ducale di Genova a partire dal 15 ottobre. Una collaborazione, tra Roma e Genova, partita con la mostra del Superbarocco che si ripropone oggi, e conferma Palazzo Ducale polo culturale di altissimo livello, in grado di proseguire lungo il filo rosso del Calvino visionario e di approfondire le collaborazioni tra lo scrittore e un altro ligure come Emanuele Luzzati. Due mostre, quella romana e quella genovese che dialogano l’una con l’altra e ci consentono di andare alla scoperta di un artista unico che ha saputo anticipare con grande modernità temi come la crisi della natura e mondi che diventano impossibili, ma anche fornirci la chiave per scampare alle distruzioni: sogno, fantasia e immaginazione, gli unici mezzi per trovare un proprio posto nel mondo”.

Con questa mostra siamo di fronte a una nuova collaborazione tra le Scuderie del Quirinale, uno dei più prestigiosi musei italiani, con la nostra Fondazione Ducale, Regione Liguria e Comune di Genova. Una partnership felice che porterà a una doppia inaugurazione oggi a Roma e sabato a Genova nelle sale del Ducale per valorizzare anche il nostro territorio. Si tratta di una seconda collaborazione che mettiamo in piedi dopo la mostra sul Barocco inaugurata un anno e mezzo fa. Come allora anche oggi abbiamo visitato in anteprima l’esposizione su “Favoloso Calvino” insieme al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ringrazio doppiamente, perché è sempre un’emozione visitare con il Presidente un percorso narrativo come questo.

Sono molto soddisfatto di questa collaborazione che abbiamo attivato, grazie alla Fondazione Palazzo Ducale e al Comune di Genova oltre che a Regione Liguria. Tutti insieme abbiamo infatti saputo cogliere, fino in fondo, lo spirito di contaminazione che questa esposizione racchiude, perché descrivere uno scrittore visivamente è un’opera di compenetrazione e contaminazione tra le arti molto profonda.

Sabato inaugureremo il ramo genovese, la mostra gemella ospitata nelle sale di Palazzo Ducale, in questo splendido autunno metereologico che ricorda anche le qualità della nostra Liguria che ritroviamo pure negli scritti di Calvino. Perché come si può apprendere anche da questa mostra lo scrittore ‘sanremese’ è un pezzo di Liguria di ponente, un pezzo di Sanremo, di Genova e rappresenta tanta parte della nostra storia. È un orgoglio essere qui per rappresentare la Liguria che tanto ha dato all’arte, da Calvino a Montale, fino alle mostre che abbiamo realizzato nel ponente ligure con i pittori impressionisti che hanno scelto di dipingere il nostro territorio sulle loro tele.

Quindi visitare la Liguria vuol dire anche comprendere il significato delle tante opere che da quel territorio particolare sono state ispirate, dai boschi dell’entroterra ai colori della costa, anche perché io credo profondamente che cultura e turismo possano essere profondamente connesse. Come dimostrano gli ottimi numeri della nostra stagione turistica.

Barbara Grosso, consigliera delegata Comune di Genova

La collaborazione del Comune di Genova con le Scuderie del Quirinale va avanti ormai da due anni ed è per la nostra città un legame importante che traguarda la qualità delle iniziative proposte.

Abbiamo cominciato con le mostre, a Roma e a Genova, con le mostre dedicate al Barocco, “Superbarocco” nella Capitale e “La Forma della Meraviglia” a Palazzo Ducale. Continuiamo con l’esposizione romana dedicata a uno dei capisaldi della cultura del Novecento. Calvino era di padre Sanremese. Non è nato in Liguria, ma qui ha trascorso i primi venticinque anni della sua vita, trasportando in alcune sue opere i suoi ricordi giovanili e, comunque, permeando tutta la sua opera dello spirito e della storia del nostro territorio che ha vissuto.

Mario De Simoni
Presidente e amministratore delegato Ales SpA Scuderie del Quirinale

La mostra di Italo Calvino, nel centenario della nascita, si inserisce perfettamente in alcune delle recenti linee espositive delle Scuderie del Quirinale. Le Scuderie sono il luogo per eccellenza del racconto delle tante civiltà figurative italiane, ma sono diventate anche il luogo in cui vengono ricordati attraverso le mostre i grandi anniversari della nostra cultura. Inoltre, hanno negli anni sviluppato una particolare attenzione verso mostre che potremmo definire di derivazione letteraria.

Mostre che hanno l’ambizione di cogliere e diffondere il significato della letteratura utilizzando il linguaggio museografico, e in cui gli oggetti di natura letteraria vanno oltre la loro presentazione materiale per diventare strumenti di riflessione più generale, uniti alla fortuna iconografica dell’autore a cui l’esposizione è dedicata.

I due casi sin qui rilevanti sono quelli degli anniversari di Ovidio, bimillenario dalla nascita, e di Dante, settecentesimo dalla morte. Anniversari ricordati con progetti che hanno superato la mera commemorazione, perché nel caso di Ovidio la mostra ha fra le altre cose colto nelle Metamorfosi il vero canone fantastico della nostra civiltà, fonte di ispirazione
per i massimi artisti di ogni epoca e, nel caso di Dante, attraverso l’iconografia dell’Inferno di Dante e degli inferni prima di Dante, la mostra si è ampliata sino a comprendere una meditazione sull’inferno in terra e sulla persistenza del male.
È ora la volta di Italo Calvino. Favoloso Calvino, come recita il titolo polisemico dell’esposizione. Favoloso perché, nella struttura complessiva dell’opera calviniana, ben presente è una tensione verso un esito fantastico. Favoloso per la sua grandezza e notorietà, l’autore italiano del Novecento più tradotto nel mondo insieme a Primo Levi. Tradotto non solo nel mondo latino, in quello slavo e in quello anglo-sassone, ma anche in India, in Cina, e il più tradotto nel mondo arabo. Un autore, inoltre, e questo rileva nel dedicargli una mostra, in cui è fondamentale l’elemento visivo, e per il quale il punto di partenza era sempre l’immagine, come scrisse in una lettera del 1960 a François Wahl.
Vi erano dunque molte ragioni perché la Commissione Scientifica delle Scuderie del Quirinale, presieduta da Mario Botta, accogliesse con favore la proposta di Electa, del Gruppo Editoriale da sempre editore di Calvino, di dedicare una grande mostra a questo autore, con la curatela di Mario Barenghi.
Il progetto è inserito nel programma elaborato nell’ambito del Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Italo Calvino, presieduto da Giovanna Calvino, ed è crocevia di un importante sistema di collaborazioni istituzionali. Ringraziamo innanzitutto il Ministro Gennaro Sangiuliano, per l’attenzione e l’impegno verso le attività delle Scuderie del Quirinale, e le strutture del Ministero della Cultura, al quale le Scuderie sono da tempo assegnate. La mostra è peraltro parte di un’ampia collaborazione con la Regione Liguria, terra di Calvino, con il Comune di Genova e con la Fondazione Palazzo Ducale in concomitanza con Genova Capitale del Libro 2023. Un particolare ringraziamento per questa azione, che rinnova i rapporti delle Scuderie con la Liguria e con Genova già sviluppatisi in occasione della mostra Superbarocco, va al Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, al sindaco di Genova Marco Bucci e al presidente di Palazzo Ducale Beppe Costa. Per finire, una notazione. In una lettera del 1965 a Gian Carlo Ferretti, Calvino sostiene che ciò che rimane è il libro, l’opera, “l’opera riuscita che può permettersi di cancellare l’autore”. Una mostra non può permettersi di cancellare l’autore, ma attraverso l’operazione di scomposizione dei testi, che inevitabilmente avviene nel percorso espositivo, può portare il visitatore a ritornare all’opera in una forma più ravvicinata. E questa è forse l’ambizione finale di questo nostro progetto.

13.10.2023 – 04.02.2024 Roma, Scuderie del Quirinale
Favoloso Calvino
Il mondo come opera d’arte. Carpaccio, de Chirico, Gnoli, Melotti e gli altri
13 ottobre 2023 – 4 febbraio 2024
Roma, Scuderie del Quirinale – Via XXIV Maggio 16
Mario Barenghi
Scuderie del Quirinale con Electa
Regione Liguria e Comune di Genova con Fondazione Palazzo Ducale
Electa
Tutti i giorni dalle 10:00 alle 20:00
L’ingresso è consentito fino a un’ora prima dell’orario di chiusura
Intero € 15,00 Ridotto € 13,00 18-29 anni € 10,00 Under 18 € 2,00 Gratuito under 6
Diritto di prenotazione intero, ridotto e promozioni: € 2,50
I gruppi possono prenotare i turni a loro riservati esclusivamente tramite l’ufficio gruppi scrivendo a gruppi@scuderiequirinale.it o a gruppi @vivaticket.com o chiamando il call center al numero 02-92897722
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