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TERRANOVA DEL POLLINO (Potenza) – Una giornata speciale per onorare e ringraziare i nonni. Domani, in occasione della festa dedicata a loro, «Pollinolandia» – associazione culturale che opera nel territorio per promuovere le tradizioni attraverso lo scambio intergenerazionale – ha chiamato a raccolta tutti i bambini di Terranova del Pollino, compreso figli e nipoti di emigranti che vivono in altre zone d’Italia, per realizzare scritti e disegni da consegnare ai nonni. L’attività rientra nell’ambito del progetto «Terranova Old & Young», nato con l’obiettivo di promuovere la comunicazione tra persone giovani ed anziane. Si vuole costruire una rete con diverse generazioni per impedire la solitudine in età più avanzata e per favorire l’apprendimento delle tradizioni locali anche attraverso il gioco. I bambini, come dicevamo, festeggiano i nonni del loro paese d’origine con dediche e disegni che pubblichiamo in questa pagina. E oggi, alla vigilia della festa, alle 11 ci sarà la benedizione di tutti i nonni nella chiesa di San Francesco di Terranova del Pollino.

Un’onda di amore in un contesto sociale nazionale che tende a marginalizzare gli anziani. Quasi a considerarli «zavorre». Un errore, dal punto di vista umano ma anche economico. Basta citare un dato: il 50,8 per cento dei pensionati lucani supporta, dal punto di vista economico, la propria famiglia. E tutto questo nonostante percepiscano una pensione tra le più basse d’Italia. Quasi 60mila dei circa 170mila pensionati lucani incassano non più di 500 euro mensili. L’80% non supera i 1.000 euro. Siamo, conti alla mano, tra le regioni italiane dove l’assegno è è più «leggero» (peggio stanno solo Calabria e Sicilia). In media i nostri pensionati prendono 632 euro, mentre la media nazionale si attesta attorno ai 778 euro.

Over 70 In Basilicata – dove l’età media della popolazione è cresciuta a dismisura negli ultimi anni (Potenza e Matera sono tra le 58 città italiane con una percentuale di popolazione over 65 al di sopra della media Ue del 33 per cento) – il sostegno degli anziani al bilancio familiare è accentuato. Anche perché, accanto ai pensionati, c’è un nucleo consistente di imprenditori «over 70» ancora in attività: sono poco meno di 3mila solo nella provincia di Potenza, con un peso del 12,5 per cento sul totale complessivo, di cui 1.025 sono donne (il 34,3 per cento degli «over 70» totale).

Tra i settori di attività, al primo posto ci sono gli agricoltori (2.251) e subito dopo i commercianti (350), i piccoli imprenditori edili (114) e i ristoratori (66). Per Confcommercio i nonni imprenditori sono un esempio e uno stimolo per i tanti giovani che, continuano a credere nella piccola e media impresa come risorsa e fonte di reddito e nel comparto commercio-servizi rappresentano la migliore tradizione del negozio di servizio per piccole e grandi comunità.

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Assegno Diciamola tutta: al momento l’unico vero argine alla crescita della povertà sono i pensionati. Che avranno pure un assegno «leggero», ma che in molte famiglie costituisce l’unica fonte di sostentamento. Non sappiamo, però, per quanto tempo ancora, visti gli andamenti stagnanti e recessivi dell’economia, i beneficiati del welfare potranno perpetuare un benessere i cui margini si stanno restringendo, sino a erodere anche gli appannaggi che da privilegiati riserviamo alle generazioni dei figli e dei nipoti. Prima o poi, con la riduzione del valore reale di queste rendite, con la scomparsa dei loro detentori, i giovani si ritroveranno sempre meno giovani e sempre più poveri.

Costo della vita – Da un lato le pensioni risultano tra le più basse – e sottoposte a una maggiore pressione fiscale – dall’altro il costo della vita continua ad aumentare inesorabilmente, senza che a ciò corrisponda un incremento del reddito netto percepito dai pensionati. Situazione che ha portato a un dimezzamento del potere d’acquisto negli ultimi anni. Continuando di questo passo tanti altri anziani entreranno nella fascia di povertà. Di fronte a questo scenario la politica adotti contromisure. Quali? Proviamo ad elencarne qualcuno. Innanzitutto più servizi sociali di assistenza gratuita agli anziani, sostegno a domicilio per gli anziani non autosufficienti, agevolazioni e rateizzazioni per tasse bollette e tributi da pagare, medicine gratis.

Spesa sociale Alla vigilia della giornata che celebra la festa dei nonni la Basilicata scopre di avere la maglia nera nella classifica della spesa sociale per la terza e quarta età. Nonostante il territorio lucano stia assistendo a un progressivo innalzamento dell’età media: secondo le proiezioni dell’Istat, infatti, nel 2050 in Basilicata vivranno 27mila anziani in più (ultra-ottantenni), a fronte di 22mila bambini in meno (0-14 anni). La componente anziana, dunque, sarà più numerosa di quella infantile (15,4% della popolazione contro 9,4%). Eppure i livelli di spesa destinati all’assistenza dei pensionati sono tra i più bassi d’Italia: 64 euro pro-capite contro valori che superano i 115 euro annui in tutte le altre ripartizioni, toccando il massimo nel Nord-est con 172 euro e situazioni decisamente migliori in Trentino (423 euro pro-capite), Friuli (286 euro) e Sardegna (229 euro). I singoli Comuni contribuiscono a peggiorare la situazione.

Ricerca – È quanto emerge da un’indagine condotta da Openpolis.it che evidenzia come siano necessarie delle speciali politiche di welfare che mettano al centro gli anziani, tenuto conto che in futuro costituiranno il segmento più numeroso della popolazione. Tra i livelli di governo coinvolti ci sono anche le amministrazioni comunali che prevedono nei bilanci determinate uscite per agevolare e proteggere i pensionati. Secondo i dati pubblicati da Openpolis, il Comune lucano che spende di più per l’assistenza degli anziani (parliamo di pro-capite) è Cirigliano con 299,69 euro, seguito da San Paolo Albanese (231,75). Il capoluogo lucano è più in fondo alla classifica con 18,17, ma Matera fa peggio con una spesa di appena 12,35 euro.



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