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Roma, 14 ottobre 2023 – Cresce, almeno a parole, l’interesse degli italiani per la sostenibilità. Sono 39,5 milioni – dunque, 8 su 10 (79%) – i concittadini che si dichiarano informati, fortemente appassionati e coinvolti dalle tematiche sostenibili: un dato in aumento del +6% rispetto al 2022 e addirittura del +36% rispetto al 2015. La soglia più elevata mai registrata da quando viene effettuata l’indagine. Le categorie di cittadini più coinvolte rispetto al ‘green’ sono, nell’ordine, la ‘Generazione Z’ (18-24 anni), i professionisti, le donne, i giovani laureati e gli studenti. Tuttavia, quando si tratta di passare dalle dichiarazioni ai fatti, la percentuale di coloro che realmente traducono le proprie intenzioni in comportamenti effettivi cala vistosamente.

I numeri nel dettaglio: una foto in chiaroscuro

Diminuisce (-6% rispetto al 2022) la quota di italiani che si dichiarano completamente disinteressati rispetto ai temi della sostenibilità, pur mantenendosi nell’ordine di uno su cinque (21%), con un picco del 24% tra i cittadini romani. Allargando il ragionamento alle aziende che si definiscono attente all’ambiente, gli italiani si mostrano divisi a metà di fronte alla misurazione del reale impegno delle organizzazioni sulla sostenibilità: un cittadino su due (49%, +4% rispetto al 2022) ritiene si tratti di mere operazioni di marketing, mentre il 46% pensa sia un impegno concreto per poter assicurare un futuro al pianeta. I più scettici di fronte al reale impegno delle aziende sulla sostenibilità sono i giovani della Generazione Z (54%). Sono alcuni dei dati che emergono dal nono Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile, la ricerca annuale promossa dalla società LifeGate in collaborazione con l’istituto di ricerca Eumetra. I risultati complessivi della ricerca, con il focus completo sui dati nazionali, di Roma e Milano, sono consultabili al seguente link: https://www.lifegate.it/app/uploads/2023/10/9osservatorio-lifegate.pdf.

I focus della ricerca

Svolta a livello nazionale, a Milano e Roma, l’indagine è stata realizzata a giugno su un campione di 1.100 individui, rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne, con sovracampionamento di 500 casi sulle città di Roma e Milano. La ricerca è stata patrocinata, tra l’altro, da Commissione europea, Ministero dell’Ambiente, Regione Lombardia, comune di Milano, Assolombarda, Confcommercio e Connect4Climate. I focus presi in esame dagli autori del report sono: Energia Il 90% degli italiani (78% della Gen Z) ritiene giusto investire nelle fonti di energia rinnovabile; il 38% (28% della Gen Z) pensa sia necessario mettere l’acceleratore sull’impiego delle rinnovabili, puntando all’indipendenza energetica dell’Italia. Tuttavia, soltanto un cittadino su quattro (23%) dichiara di utilizzare già energia rinnovabile. Moda e design Quasi un cittadino italiano su 2 (48%, + 7% rispetto al 2022) conosce e sa descrivere il concetto di moda sostenibile. Uno su cinque (20%) sarebbe disposto ad acquistare prodotti di arredamento rispettosi dell’ambiente e/o un abbigliamento naturale e sostenibile, pur non avendolo fatto finora. Cambiamento climatico L’86% degli italiani (79% della Gen Z) ritiene che si debba sostenere la battaglia contro i cambiamenti climatici con il proprio comportamento e uno su quattro (24%) sarebbe disposto ad acquistare una polizza contro i cambiamenti climatici anche se questa costasse di più. Un dato in crescita del +5% rispetto alla rilevazione effettuata nel 2022. Mobilità sostenibile Sebbene il 72% degli intervistati (77% della Gen Z) sia convinto che vada incentivato l’acquisto di autoveicoli elettrici, l’auto elettrica è ancora poco diffusa sul territorio nazionale: meno di un italiano su 10 (9%) utilizza questi veicoli. Alimentazione Un italiano su 4 (25%) dichiara di limitare l’uso di carne nell’alimentazione, mentre il 4% della popolazione italiana (9% nella Gen Z) si dichiara vegetariano e/o vegano. È invece pari al 17% il numero di italiani (23% Gen Z) che dichiara di consumare sempre cibi biologici. Uno su cinque (19%) ritiene che la priorità del Paese, in campo alimentare, sia incrementare la produzione di cibo biologico. Economia circolare Cresce del 6% la percentuale degli italiani (43%) che sa descrivere il concetto di economia circolare, mentre sono più di 3 su 4 (76% vs il 60% della Gen Z) i cittadini che dichiarano di fare la raccolta differenziata di rifiuti speciali (es. Raee). Acqua e plastica Il 44% degli italiani dichiara di limitare l’uso di bottigliette di plastica, ma la percentuale di coloro che sarebbero favorevoli al divieto assoluto di produrre e utilizzare le bottigliette di plastica cala al 28%. Inclusività in azienda Secondo l’84% degli italiani (74% della Gen Z), la diversità e l’inclusione sono caratteristiche fondamentali che le aziende debbono rispettare: tuttavia, soltanto il 12% dei cittadini opta per l’acquisto di prodotti/servizi, anche se più costosi, di un’azienda che si dichiari realmente inclusiva e rispettosa delle diversità. Gestione del risparmio Sul tema degli investimenti sostenibili, il 62% dei cittadini italiani sceglierebbe di portarne avanti uno, anche in presenza di un rendimento inferiore. Solo il 16% (23% nella Gen Z), però, ha scelto di destinare parte dei propri risparmi a investimenti dall’impatto socio-ambientale positivo.

Sostenibili sì, ma non nei fatti 

La mancata corrispondenza tra dichiarazioni e comportamenti è confermata anche da una ricerca rilasciata di recente dalla società Boston Consulting Group: il report è basato sulle interviste a 19mila consumatori sul tema della sostenibilità (anche alimentare) in 8 Paesi, incluso il nostro. Il risultato? Sebbene la maggior parte delle persone appaia preoccupata per il cambiamento climatico, la spesa dei consumatori del ventunesimo secolo ‘è ancora poco sostenibile’, si legge nel rapporto. Manca, insomma, una particolare propensione all’acquisto green. L’87% dei consumatori italiani dichiara di tener conto della sostenibilità nelle scelte quotidiane – percentuale più alta fra le economie avanzate – ma solo una quota compresa fra l’1% e l’11% degli intervistati dichiara di pagare di più per comprare prodotti e servizi verdi. Si registrano, tuttavia, alcuni numeri incoraggianti: la percentuale di chi paga un ‘premio verde’ e opta per acquisiti sostenibili è più alta nel settore dei prodotti per la casa, dei fornitori di energia e della ristorazione. Risulta ancora troppo bassa, invece, nell’ambito del trasporto privato, dei viaggi di lavoro e dei generi alimentari al dettaglio. 



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