Dopo i piccoli aumenti a cui si è assistito nel 2023 le pensioni potranno subìre un ulteriore incremento grazie alla rivalutazione, e non solo.
Il Governo sta lavorando ad alcuni interventi sulle pensioni. Quelli che però potranno per il momento essere messi in atto saranno solo aggiustamenti al sistema previdenziale italiano, in attesa che vi siano risorse sufficienti per poter agire in maniera strutturale e più corposa. Allo stato attuale i fondi disponibili per il sistema pensionistico sono solo 2 miliardi di euro, volendo l’Esecutivo concentrarsi soprattutto sul taglio del cuneo fiscale.
Non mancheranno comunque novità per il 2024, che grazie alla rivalutazione e ai conguagli porteranno ad assegni pensionistici più alti.
Rivalutazione pensioni
Anche nel 2024 si assisterà alla rivalutazione delle pensioni dovuta alla variazione dei prezzi Istat. Ma di cosa si tratta? Stiamo parlando di una indicizzazione annuale degli importi dei trattamenti pensionistici per adeguarli al costo della vita. Questa misura ha lo scopo di proteggere il potere d’acquisto delle pensioni, mettendole al riparo dall’inflazione (che ha toccato quota 5,7%).
Entro il 20 novembre verrà determinata, con decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze, la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni. Dopodiché gli assegni andranno adeguati al nuovo indice. Nel 2024 l’ordinaria rivalutazione potrebbe attestarsi al massimo sul 6%. Potrebbe però anche essere inferiore e fermarsi al 5,5%.
Conguagli e aumenti
Oltre alla nuova rivalutazione in arrivo per il prossimo anno, va anche detto che c’è anche quella relativa all’indice definitivo 2023, recepito a luglio dall’Inps. Si tratta dell’aumento dell‘8,1% sull’anno precedente. In pratica, se l’anno scorso la rivalutazione degli assegni e contributi previdenziali del 7,3% applicata quest’anno era provvisoria, ora l’indice di aumento Istat è definitivo (pari come abbiamo detto all’8,1%).
Questo porterà sugli assegni delle pensioni i relativi conguagli con tanto di arretrati.
In pratica gli aumenti avvenuti quindi a partire dal 1° gennaio 2023 ed erogati progressivamente con un aumento del 7,3% in via provvisoria devono essere rivisti e nuovamente aumentati a titolo di conguaglio. L’8,1% non deve però confondere. Gli assegni pensionistici non saranno incrementati con questa percentuale. Sugli importi verrà solo aggiunto lo scarto dello 0,8%.
Ricordiamo poi che per il 2023 le pensioni fino al minimo Inps sono state rivalutate del 7,3% (misura provvisoria) più un incremento straordinario: del 6,4% ai pensionati ultra75enni (la minima è salita a 600 euro); dell’1,5% ai pensionati più giovani.
Chi sarà interessato dagli aumenti
Dopo aver chiarito la questione della rivalutazione e dei conseguenti conguagli non resta che capire quali saranno i pensionati che saranno interessati.
Lo scorso anno le rivalutazioni sono state bloccate per chi percepiva un assegno oltre quattro volte superiore il minimo. Anche quest’anno dovrebbe essere confermato lo stesso criterio. Se ci sarà la conferma, la rivalutazione per recuperare l’inflazione sarà erogata al 100% a chi percepisce una pensione fino al minimo Inps, attestato sui 2.254,93 euro lordi. Per coloro che invece percepiscono assegni che vanno oltre il minimo, le pensioni saranno rivalutate con importi ridotti.
La rivalutazione sarà, nello specifico, ridotta all’85% per le pensioni tra le 4 e le 5 volte superiori al minimo, e al 32% per le pensioni superiori fino a dieci volte l’importo minimo.
Esempi di aumenti degli importi pensionistici
Alla luce sia dell’indice definitivo riferito alla rivalutazione del 2023 (portato all’8,1%) sia della rivalutazione che interesserà il 2024, riportiamo alcuni esempi di aumenti degli importi pensionistici.
Per quanto riguarda i conguagli riferiti al 2023 pari allo 0,8%:
- Pensione di 1.000 euro: se la rivalutazione provvisoria del 7,3% ha portato un aumento di 73 euro, con la rivalutazione definitiva dell’8,1% si passa a 81 euro. Quindi ci sarà col conguaglio un prossimo aumento di 8 euro. L’importo diventerà quindi di 1.081 euro.
- Pensione di 1.600 euro: se la rivalutazione provvisoria del 7,3% ha portato un aumento di 116,8 euro, con la rivalutazione definitiva dell’8,1% passa a 129,60 euro. Quindi ci sarò col conguaglio un prossimo aumento di 12,80 euro. L’importo pensione diventa 1.729,60.
Facciamo ora degli esempi riguardo la rivalutazione che ci sarà per il 2024 (se dovesse attestarsi, come si presume, sul 6%):
- Pensione di 1.081 euro: con la rivalutazione provvisoria del 6% ci sarebbe un incremento di 64,86 euro. L’Importo della pensione 2024 diventerebbe di 1.145,86 euro.
- Pensione di 1.729,60: con la rivalutazione provvisoria del 6% ci sarebbe un incremento di 103,70 euro. L’importo pensione diventerebbe quindi di 1833,30 euro.
Le pensioni minime
Un nodo su cui il governo ha più volte manifestato di voler sciogliere è poi quello delle pensioni minime.
Ad oggi sono fissate a 600 euro ma, nelle intenzioni, vorrebbero essere portate a 1000 euro. Questo obiettivo era fortemente voluto in particolare da Silvio Berlusconi. Ci riuscirà l’Esecutivo a portarlo a termine?
Anche in questo caso ci troviamo di fronte al solito problema della ristrettezza finanziaria, e un tale obiettivo allo stato attuale sembrerebbe irraggiungibile. L’asticella la si vorrebbe però comunque alzare provando a toccare quota 700 o almeno 650-670 euro.
In ogni caso stiamo parlando per ora di ipotesi, non essendoci ancora nulla di certo. Oltre al fatto che all’interno delle stesse forze di maggioranza si assiste da un lato al ‘pressing’ di Forza Italia, con Tajani che sostiene la battaglia identitaria del partito da lui guidato, e dall’altro emerge invece la linea della prudenza del Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti e della Premier Giorgia Meloni, che sottolineano la scarsità di risorse a disposizione. Andrà quindi trovato un bilanciamento tra le due posizioni.
Conclusioni
In definitiva arrivano buone notizie per i pensionati. Per stare al passo con l’inflazione ancora troppo alta e il caro vita le pensioni subiranno ulteriori aumenti.
Col 2024 quindi si assisterà ai conguagli dovuti all’indice definitivo della rivalutazione riferita al 2023, e verranno corrisposti anche i dovuti arretrati. A novembre però si assisterà però alla nuova rivalutazione dei prezzi riferita al 2024. Per cui ci saranno nuovi aumenti sugli assegni pensionistici che saranno spalmati nel corso dei mesi.
Ed infine anche le pensioni minime vedranno applicarsi un incremento, anche se sull’importo non c’è ancora chiarezza. Dipenderà dalle risorse che il governo riuscirà a mettere in campo.