La possibilità di accedere alla pensione anticipata 2023 è aperta a lavoratori del settore privato, dipendenti pubblici e autonomi. Ma occorre rispettare specifici requisiti che variano in base all’accumulo dell’anzianità contributiva entro o dopo il 31 dicembre 1995.
La pensione anticipata rappresenta un vantaggio pensionistico che permette ai lavoratori, che soddisfano determinati requisiti contributivi, di andare in pensione prima del raggiungimento dell’età stabilita per la pensione ordinaria da anzianità, come stabilito dalla Legge Fornero.
Nonostante le forti contestazioni, soprattutto da parte della Lega, resta ancora valida la Legge Fornero che stabilisce l’uscita dal lavoro al raggiungimento di 67 anni, con almeno 20 anni di contributi previdenziali versati. Ma allo stesso tempo è anche la Legge Fornero a offrire l’accesso a diverse opportunità di pensione anticipata. Si pensi che l’età media di pensionamento si attesta al di sotto dei 62 anni contro i 67 anni, ovvero l’età standard per la pensione di anzianità.
Analizziamo le misure che permettono di accedere alla pensione anticipata e quali sono le ipotesi del governo per il prossimo futuro.
Pensione anticipata 2023, i beneficiari
Le categorie che hanno diritto alla pensione anticipata sono:
- I lavoratori dipendenti impiegati nel settore privato;
- I lavoratori autonomi;
- I dipendenti pubblici iscritti alle gestioni esclusive dall’Ago (assicurazione generale obbligatoria).
Tuttavia, vi è solo una distinzione nei tempi di accesso tra queste categorie di lavoratori. Da un lato, i lavoratori dipendenti e autonomi possono iniziare a percepire la pensione anticipata a partire dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda. Dall’altro lato, i dipendenti pubblici iscritti all’Ago potranno riscuotere la pensione anticipata dal giorno successivo a quello in cui hanno cessato il servizio.
I requisiti per accedere alla pensione anticipata variano a seconda di quando si è raggiunta l’anzianità contributiva. La data spartiacque diventa il 31 dicembre 1995. Ci troviamo quindi di fronte a due modalità di accesso alla pensione anticipata:
- Prima del 31 dicembre 1995;
- Dopo il 1° gennaio 1996.
Scopriamo nel dettaglio cosa cambia tra le due opzioni.
Raggiungimento anzianità contributiva prima del 31 dicembre 1995
Nel caso di lavoratori che abbiano iniziato a versare i contributi prima del 31 dicembre 1995, è possibile richiedere la pensione anticipata se si rispettano 2 requisiti. La prima prerogativa consiste nel raggiungimento del requisito contributivo come indicato sotto:
- 41 anni e 10 mesi di contribuiti per le donne (pari a 2.175 settimane);
- 42 anni e 10 mesi per gli uomini (pari a 2.227 settimane).
Un ulteriore vincolo da rispettare è l’accumulo di almeno 35 anni di contributi, ad eccezione dei periodi di malattia, disoccupazione o situazioni simili, in cui il trattamento pensionistico è stato finanziato dal fondo pensioni per i lavoratori dipendenti. Il requisito contributivo può essere adempiuto in varie modalità, inclusa la possibilità di contribuzione volontaria.
Secondo le attuali normative, la normativa è valida fino al 31 dicembre 2026, avendo avuto effetto dal 1° gennaio 2016.
Anzianità contributiva dopo il 1° gennaio 1996: cosa cambia?
Le modalità per accedere alla pensione anticipata variano per i lavoratori che hanno iniziato a versare i contributi dopo il 1° gennaio 1996, per i quali si applica solo il sistema di calcolo contributivo.
I lavoratori sono idonei per la pensione anticipata tramite una delle seguenti opzioni:
- Completamento del requisito contributivo di 41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini;
- Raggiungimento del requisito di età di 64 anni, da adattare in base all’aumento dell’aspettativa di vita a partire dal 2025, purché abbiano accumulato almeno 20 anni di contribuzione effettiva (senza includere i contributi figurativi). Inoltre, l’importo della pensione deve superare almeno 2,8 volte l’assegno sociale, il cosiddetto importo soglia annualmente rivalutato.
Pensione anticipata 2023: come richiederla
I lavoratori, in possesso dei requisiti, possono inoltrare la richiesta di pensione anticipata direttamente all’Inps, mediante il servizio dedicato disponibile sul portale online oppure il contact center. È possibile chiedere supporto anche agli enti di patronato e intermediari dell’Istituto attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi.
I tempi di elaborazione si attestano intorno ai 30 giorni, a partire dalla data di presentazione della domanda, come stabilito dalla legge n. 241/1990.
Proroghe e Quota 41: le ipotesi del Governo
A fronte delle restrizioni di bilancio, nella prossima manovra finanziaria, il governo potrebbe limitarsi a prorogare le disposizioni relative a tre elementi importanti nel contesto delle pensioni:
- Quota 103: questa soluzione permette di andare in pensione anticipata al raggiungimento di 62 anni di età e 41 anni di contribuzione entro il 31 dicembre del 2023;
- Ape Sociale: è prevista al raggiungimento di 63 anni di età e di un’anzianità contributiva, che varia da almeno 30 anni per chi è disoccupato, invalido o con parenti di primo grado con disabilità grave, a 36 anni per coloro che hanno svolto attività gravose;
- Opzione Donna: l’esecutivo ha aumentato il requisito anagrafico a 60 anni e ha previsto uno sconto di 1 o 2 anni solo se con uno o più figli. Possono inoltre rientrarvi solo le lavoratrici che appartengono a 3 categorie specifiche di svantaggio.
Anche se non sembrano essere previsti cambiamenti significativi in materia di pensioni anticipate, non mancano delle aperture a possibilità alternative. Tra le diverse opzioni tecniche discusse, la Lega rilancia la Quota 41. Rimane quindi l’ipotesi di pensionamento anticipato con 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età, nonostante le potenziali difficoltà di copertura finanziaria che un tale intervento porta con sé. La Lega ipotizza che la Quota 41 resti in vigore solo per il 2024 esclusivamente tramite il sistema contributivo, al fine di limitarne il dispendio economico. Non resta che attendere gli sviluppi relativi alle pensioni anticipate in vista della discussione della nuova Legge di Bilancio.