Il lavoro domestico di colf o badanti, nonché quello che riguarda tutti coloro che prestano il loro servizio per il funzionamento della vita familiare, è disciplinato da una normativa che rivede stipendi e contributi per questi lavoratori, nonché la procedura per la loro assunzione.
Dal 1° gennaio 2023, per questi lavoratori sono arrivati aumenti pari al 9,2% sui minimi tabellari, con rialzi che oscillano tra i 109 e i 145 euro mensili in base al profilo del lavoratore, in virtù dell’adeguamento all’indice ISTAT sull’inflazione.
Mettendo a disposizione il nuovo Portale servizi lavoro domestico dedicato ad aziende e consulenti, con una serie di funzioni disponibili anche via app, l’INPS ha inoltre chiarito quali sono gli importi dei contributi da versare per tali lavoratori nel 2023.
In questa guida vediamo nel dettaglio quali sono le novità e vi spieghiamo come assumere i lavoratori domestici, i tipi di contratto vigenti in Italia, la retribuzione dovuta e quali sono i contributi da versare.
CHI SONO I LAVORATORI DOMESTICI
Chi sono i lavoratori domestici per l’INPS? Rientrano tra i lavoratori domestici colf, badanti, baby sitter, autisti, cuochi etc. Parliamo cioè di lavoratori o lavoratrici che vengono assunti per far fronte alle esigenze della famiglia e che, di solito, lavorano nella casa del datore di lavoro o di un loro stretto familiare.
Quindi, cosa si intende per lavoro domestico? Il lavoro domestico consiste nella prestazione di servizi di carattere domestico volti a facilitare e sostenere la vita familiare. I lavoratori domestici comprendono non solo chi si occupa delle normali responsabilità familiari, come cuochi, colf, badanti e baby-sitter citati, ma anche autisti (quando lavorano principalmente per la famiglia), giardinieri, custodi e portieri delle residenze private del nucleo familiare.
Vediamo ora, come assumere un lavoratore domestico.
COME ASSUMERE I LAVORATORI DOMESTICI
È possibile formalizzare il lavoro domestico in due modi:
- assunzione con contratto di lavoro.
In questa guida vi spieghiamo entrambe le possibilità con tutte le fattispecie e le novità previste dalla legge.
1) LAVORO DOMESTICO CON IL LIBRETTO FAMIGLIA
In caso di prestazioni di lavoro domestico di tipo occasionale, il datore di lavoro può formalizzare le ore di lavoro prestato attraverso l’utilizzo del libretto famiglia INPS. Si tratta cioè, di un voucher nominativo prefinanziato, composto da titoli di pagamento, il cui valore nominale è fissato in 10 euro. Questa somma è finalizzata a compensare attività lavorative di durata non superiore a un’ora.
Il libretto famiglia può essere finanziato mediante:
- versamenti tramite F24 “modello Elide”, con causale LIFA;
- il “Portale dei pagamenti” INPS.
Tale documento si rivolge alle persone fisiche che non esercitano attività professionale o d’impresa. È bene precisare che il lavoro domestico non prevede l’obbligo – stabilito nel 2021 dal Decreto Fiscale, ovvero il Decreto Legge 21 ottobre 2021 – di comunicare all’Ispettorato del Lavoro l’avvio di ogni rapporto di lavoro autonomo anche in caso di attività occasionale.
Tuttavia, come chiarisce la Nota n. 29 a firma dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro solo “i committenti che operano in qualità di imprenditori” sono sottoposti a tale obbligo. Sono esclusi, quindi, i datori di lavoro domestico.
Per maggiori informazioni su come funziona il libretto famiglia, sui suoi limiti rinnovati dalla Legge di Bilancio 2023, sugli obblighi specifici di comunicazione, importi e pagamenti, si consiglia di leggere questo approfondimento.
2) CONTRATTO DI LAVORO DOMESTICO
La soluzione migliore per tutelare un lavoratore domestico è quella di sottoscrivere un contratto tra le parti. Il Contratto di Lavoro Domestico regola il rapporto tra un datore di lavoro privato e un collaboratore familiare. In particolare, l’assunzione del lavoratore domestico può essere:
- a tempo determinato con una scadenza prestabilita;
- a tempo indeterminato. In quest’ultimo caso le parti potranno recedere in ogni momento, rispettando il periodo di preavviso.
Inoltre, il contratto può essere:
- a tempo pieno (con durata pari a 40 ore settimanali);
Ma attenzione, questo contratto può essere usato solo per esigenze familiari. In tutti gli altri casi sarà necessario utilizzare il contratto di lavoro per dipendenti.
Ad esempio, se il datore di lavoro assume il dipendente per svolgere mansioni nell’ambito della sua attività imprenditoriale (ad esempio addetto alla pulizia di uno stabile o di un ufficio) non potrà utilizzare il contratto di lavoro domestico.
Nel contratto va specificato che il collaboratore dovrà lavorare presso l’abitazione del datore o dei suoi familiari stretti. Il collaboratore infatti può essere:
- convivente, se vive nella casa del datore di lavoro;
- non convivente se si reca nella casa del datore di lavoro solo per lavorare.
Oltre al contratto tra privati si può anche sottoscrivere il CCNL Lavoro domestico.
CCNL LAVORO DOMESTICO 2023
Il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (o CCNL) è il contratto che ha effetto tra privati a seguito di lettera di assunzione, secondo lo schema concluso dalle associazioni dei datori di lavoro e i sindacati dei lavoratori. Questo schema disciplina gli aspetti del rapporto lavorativo.
Il CCNL per il lavoro domestico è stato sottoscritto da FiDALDO, DOMINA come associazioni di datori di lavoro, mentre i sindacati sottoscrittori sono Filcams-CGIL, Fisascat-CISL, UILTuCS e Federcolf.
È bene precisare che non è obbligatorio applicare il CCNL, salvo nei casi in cui il datore di lavoro sia iscritto a una delle associazioni stipulanti o il lavoratore aderisca al sindacato interessato. Gli Enti Bilaterali di tale contratto sono Ebincolf, CassaColf e Fondo Colf.
Il CCNL lavoro domestico, che potete consultare in questa pagina (Pdf 535 Kb), disciplina i termini di impiego questa categoria di lavoratori, prevedendo specifiche tutele, diritti e obblighi. Il presente scadeva il 31 dicembre 2022, ma è in vigore sino a che non sarà sostituito dal successivo. Sarà ridiscusso, nonché modificato entro fine 2023 e noi vi aggiorneremo.
Intanto, per contrastare il caro vita, con l’accordo siglato il 16 gennaio 2023 dal Ministero del Lavoro e dalle associazioni sindacali di categoria sono stati fissati i nuovi valori minimi da corrispondere in busta paga ai lavoratori domestici.
LE MANSIONI NEL CCNL LAVORO DOMESTICO
In primis, nel CCNL Lavoro Domestico sono specificate le mansioni dei lavoratori domestici. Tali lavoratori vengono suddivisi in differenti livelli, ovvero:
- livello A: dove rientrano gli assistenti familiari generici, non addetti all’assistenza alle persone. Svolge esclusivamente di pulizia della casa, addetti alla lavanderia, aiuto cucina, stalliere;
- livello A super: per l’addetto a mansioni di mera compagnia senza effettuare alcuna altra prestazione di lavoro;
- livello B: dedicato al collaboratore familiare generico polifunzionale per incombenze relative al normale andamento familiare, pulizia, riassetto della casa, stiratura, lavanderia, etc;
- livello B super: per l’assistente a persone autosufficienti o baby sitter;
- livello C: per i collaboratori familiari in possesso di specifiche conoscenze di base, che svolgono i compiti assegnati in totale autonomia e responsabilità;
- livello C super: per l’assistente a persone non autosufficienti;
- livello D: per i collaboratori familiari in possesso di requisiti professionali svolgono mansioni di lavoro caratterizzate da responsabilità, autonomia decisionale o coordinamento;
- livello D super: per l’assistente a persone non autosufficienti, formato con corso 500 ore. Questo livello include mansioni di assistenza comprese, se richieste, ovvero le attività connesse alle esigenze del vitto e della pulizia della casa ove vivono gli assistiti. Vale anche per un educatore formato.
LE REGOLE DEL CCNL LAVORO DOMESTICO
Previste poi nel CCNL lavoro domestico, anche le regole sull’impiego, tra cui:
- orario di lavoro: per i lavoratori conviventi sono previste 10 ore giornaliere, non consecutive, per un totale di 54 ore settimanali. Invece, per i lavoratori non conviventi sono previste 8 ore giornaliere, non consecutive, per un totale di 40 ore settimanali, distribuite su 5 giorni oppure su 6 giorni;
- periodi di prova: per i lavoratori livello D, D super e lavoratori operanti in regime di convivenza indipendentemente dal livello di inquadramento sono previsti 30 giorni di lavoro retribuiti. Per gli altri, 8 giorni di lavoro retribuiti;
- maternità: si applicano le norme di legge sulla tutela delle lavoratrici madri;
- infortuni: la conservazione del posto per un’anzianità fino a 6 mesi è prevista per 10 giorni di calendario o anno solare. Invece, per anzianità da più di 6 mesi a 2 anni è prevista per 45 giorni. Per anzianità oltre i 2 anni è prevista per 180 giorni;
- malattia: dal 91° al 180° giorno si ha diritto al 75% del compenso, dal 4° al 90° giorno al 60% e nei primi 3 giorni al 100%;
- scatti di anzianità: 7 a biennio, al 4% della retribuzione contrattuale;
- tredicesima: entro il mese di Dicembre;
- quattordicesima: non prevista;
- ferie: il lavoratore ha diritto ad un periodo di ferie di 26 giorni lavorativi;
- permessi: per le visite mediche, ricongiungimento familiare o rinnovo permessi soggiorno sono previste 16 ore all’anno per i conviventi. Per i conviventi a 30 ore, invece sono previste 12 ore all’anno;
- lutto familiare: 3 giorni lavorativi;
- diritto allo studio: retribuzione delle ore per sostenere gli esami annuali;
- formazione professionale: permessi per 40 ore retribuite all’anno. Invece, per i corsi riconosciuti Ebincolf, 64 ore retribuite all’anno;
- congedo matrimoniale: in caso di matrimonio spetta al lavoratore un congedo retribuito di 15 giorni di calendario;
- lavoro straordinario: se prestato dalle ore 6.00 alle ore 22.00, vi è una maggiorazione del 25%, se prestato in giorni di festività o domenica, la maggiorazione è del 60%. Invece, se prestato dalle ore 22.00 alle ore 6.00, la maggiorazione è del 50%;
- indennità in caso di morte: le indennità di preavviso ed il T.F.R. devono corrispondersi al coniuge, ai figli o, se vivevano a carico del lavoratore, ai parenti entro il 3° grado e agli affini entro il 2° grado;
- trasferta: saranno rimborsate al lavoratore le eventuali spese di viaggio che egli abbia direttamente sostenuto in tali occasioni. Sarà inoltre corrisposta al lavoratore una diaria giornaliera, pari al 20% della retribuzione minima tabellare giornaliera;
- preavviso licenziamento o dimissioni: per rapporti non inferiori a 25 ore settimanali (fino a 5 anni anzianità), sono necessari 15 giorni di calendario. Per rapporti non inferiori a 25 ore settimanali (maggiori di 5 anni di anzianità), 30 giorni e per quelli inferiori a 25 ore settimanali (fino a 2 anni anzianità), 8 giorni. Invece, per rapporti inferiori a 25 ore settimanali (maggiori di 2 anni anzianità), sono necessari 15 giorni. Queste sono le scadenze per lavoro domestico e licenziamento. Per tutti i rapporti, in caso di dimissioni, i termini sono ridotti del 50%;
- trattamento di fine rapporto (T.F.R.): viene determinato sull’ammontare delle retribuzioni percepite nell’anno;
- anticipo TFR: i datori di lavoro anticiperanno il TFR nella misura massima del 70% di quanto maturato.
Quanto prende a ora una domestica? Quanto costa una badante a 25 ore settimanali? Scopriamo insieme cosa dice il CCNL lavoro domestico circa le retribuzioni di tali lavoratori.
RETRIBUZIONE PER I LAVORATORI DOMESTICI
I parametri minimi del CCNL lavoro domestico nel definire la retribuzione dei lavoratori domestici tengono conto del livello di specializzazione dei lavoratori partendo dai collaboratori domestici inesperti (livello A) fino a quelli altamente specializzati (Livello DS). Il testo distingue tra collaboratori conviventi, anche part time, non conviventi e lavoratori che svolgono assistenza notturna.
Alla luce della variazione del costo della vita, con l’accordo siglato il 16 gennaio 2023 dal Ministero del Lavoro e dalle associazioni sindacali di categoria sono stati fissati i nuovi valori minimi da corrispondere in busta paga ai lavoratori domestici. Il CCNL lavoro domestico prevede, infatti, già aggiornamenti dei minimi tabellari determinati sulla base delle variazioni ISTAT.
Come avviene ogni anno, anche nel 2023, l’aumento è stato determinato dalla Commissione Nazionale per l’aggiornamento retributivo istituita presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in base a quanto previsto dall’articolo 38 del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro per i lavoratori domestici.
Nello specifico, per l’anno in corso, l’ISTAT ha fissato il valore medio all’11,5% come emerge da questo rapporto pubblicato il 5 gennaio 2023. Dunque, saranno queste le percentuali di adeguamento degli stipendi minimi dei lavoratori domestici:
- 80% dell’indice ISTAT per quando concerne le retribuzioni minime che da gennaio aumenteranno, quindi, del 9,2%;
- 100% dell’indice ISTAT per quando concerne le indennità di vitto e alloggio che dal 1° gennaio aumenteranno dell’11,5%.
Come vi spieghiamo in questo focus, l’aggiornamento delle retribuzioni minime contrattuali previste dal CCNL del lavoro domestico e dei valori convenzionali del vitto e dell’alloggio hanno efficacia dal 1° gennaio 2023, in via automatica.
Già dalla prima mensilità, perciò, gli stipendi di colf o badanti registrano un aumento che oscilla tra i 109 e i 145 euro mensili in base al profilo del lavoratore. Si tratta di una vera e propria stangata per le famiglie, motivo per cui le associazioni dei datori di lavoro avevano chiesto una dilazione degli aumenti su cui, però, non si è raggiunta un’intesa.
Mettiamo a vostra disposizione anche la tabella retributiva che indica i relativi aumenti in vigore dal 1° gennaio 2023, con riferimento alle diverse tipologie di lavoratori interessati.
QUANTO PRENDE A ORA UNA DOMESTICA
La retribuzione oraria di un lavoratori domestico varia da 5,27 a 9,36 euro all’ora per i non conviventi. La paga varia in base alla categoria CCNL in cui è inquadrato il lavoratore domestico.
Dunque, se a proposito di lavoro domestico a ore, volete sapere quanto si paga una colf all’ora 2023, sappiate che la risposta dipende dalla sua esperienza e dal suo inquadramento contrattuale ma la media è di circa 7 euro all’ora. Per maggiori dettagli mettiamo a vostra disposizione la tabella retributiva che indica anche i relativi aumenti in vigore dal 1° gennaio 2023 per ognuna delle tipologie di lavoratori interessati.
Perciò, per sapere quanto costa una colf per 25 ore settimanali basterà leggere la categoria di riferimento e fare l’opportuno calcolo.
Ad esempio, un lavoratore domestico di categoria BS, come nel caso di un assistente a persone autosufficienti o baby sitter, costerà 174,75 euro circa a settimana a cui andranno aggiunte eventuali indennità riportate nella tabella retributiva.
CONTRATTO BADANTI O COLF: IMPORTI CONTRIBUTI 2023
Per assumere un lavoratore domestico (colf, badante etc..) il datore dovrà versare i contributi del lavoratore all’INPS ogni trimestre. I contributi sono calcolati sulla base della retribuzione del lavoratore e al numero delle ore lavorate. Una parte dei contributi è a carico del lavoratore e il datore li potrà trattenere dallo stipendio che versa al dipendente.
L’INPS con la Circolare n° 13 del 02-02-2023 ha chiarito quali sono gli specifici importi dei contributi da versare – da entrambe le parti – per il periodo che va dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023. In merito ai contratti di lavoro domestico a tempo indeterminato, senza cioè contributo addizionale, le cifre da pagare nel 2023 sono le seguenti:
- stipendio fino a 8,92 euro all’ora: contributi orari 1,58 euro (0,40 euro a carico del lavoratore);
- con lo stipendio oltre 8,92 euro e fino a 10,86 euro all’ora: contributi orari 1,78 euro (0,45 euro a carico del lavoratore);
- stipendio oltre 10,86 euro all’ora: contributi orari 2,17 euro (0,55 euro a carico del lavoratore);
- orario di lavoro superiore o uguale a 24 ore settimanali: contributi orari 1,15 euro (0,29 euro a carico del lavoratore).
Ad esempio, se il datore pagava il lavoratore 10,86 euro all’ora o più (la soglia massima), deve versare 2,17 euro di contributi per ogni ora lavorata e può trattenere dallo stipendio mensile del lavoratore 0,55 euro all’ora. I contributi a carico del datore sono, quindi, 2,17 euro – 0,55 euro = 1,62 euro all’ora.
Per il rapporto di lavoro a tempo determinato continua ad applicarsi il contributo addizionale a carico del datore di lavoro, previsto dall’articolo 2, comma 28, della Legge 28 giugno 2012, n. 92, e successive modificazioni. Tale quota è pari all’1,40% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali (retribuzione convenzionale).
Dunque, per l’anno 2023, l’INPS nella Circolare n° 13 del 02-02-2023 ha stabilito che i contributi per ogni ora di lavoro di un contratto a tempo determinato, sono i seguenti:
- stipendio fino a 8,92 euro all’ora: contributi orari 1,69 euro (0,40 euro a carico del lavoratore);
- con lo stipendio oltre 8,92 euro e fino a 10,86 euro all’ora: contributi orari 1,91 euro (0,45 euro a carico del lavoratore);
- stipendio oltre 10,86 euro all’ora: contributi orari 2,32 euro (0,55 euro a carico del lavoratore);
- orario di lavoro superiore o uguale a 24 ore settimanali: contributi orari 1,23 euro (0,29 euro a carico del lavoratore).
Per maggiori dettagli su come funzionano i contributi e gli eventuali esoneri, vi consigliamo di consultare la Circolare n° 13 del 02-02-2023.
SANZIONI PER MANCATI CONTRIBUTI
In caso di mancato versamento dei contributi, il datore di lavoro rischia sanzioni civili e penali e non sarà tutelato in caso di infortuni o danni. Inoltre, il lavoratore potrà fare causa al datore ed esigere il pagamento di tutti i contributi non versati.
Per maggiori informazioni, si consiglia di leggere questa pagina o le novità – che vi spieghiamo in questa guida – sul Piano nazionale lavoro sommerso.
COME PAGARE I CONTRIBUTI DEL LAVORO DOMESTICO
Il datore di lavoro ha a disposizione diverse possibilità di pagamento dei contributi, ovvero:
- tramite procedura online del Portale dei Pagamenti, utilizzando la modalità “Pagamento immediato pagoPA ” con carta di credito o debito, con prepagata oppure con addebito in conto;
- con l’Avviso di pagamento PagoPA che può essere stampato dal Portale dei pagamenti e contiene il codice avviso, l’importo da pagare, la data entro la quale effettuare il pagamento e le istruzioni per il pagamento. L’elenco degli operatori e dei canali abilitati a ricevere pagamenti tramite PagoPA è disponibile nel sito internet www.pagopa.gov.it;
- tramite l’App IO, con cui è anche possibile effettuare il pagamento dei contributi.
Se i contributi sono versati regolarmente, il datore di lavoro può usufruire della detrazione fiscale, valida se il reddito complessivo è inferiore a 40.000 euro e la deduzione fiscale per la colf si può sommare alla detrazione prevista per l’assistente familiare, e viceversa.
In presenza di crediti per importi versati in eccesso o per duplicazioni di versamento in uno stesso trimestre per uno stesso lavoratore domestico, il datore di lavoro può fare richiesta di rimborso in questa pagina.
NUOVI SERVIZI APP INPS PER IL LAVORO DOMESTICO
Dal 4 ottobre 2023 l’INPS ha anche annunciato l’attivazione di nuovi servizi sull’APP dell’Istituto per il lavoro domestico, con questa nota stampa. In sostanza, l’INPS ha aggiunto una nuova modalità di accesso ai servizi per il lavoro domestico tramite l’app INPS Mobile.
Con uno smartphone, dall’app, è possibile:
- comunicare l’assunzione di una colf, badante o babysitter;
- cercare domande presentate e aggiornare dati;
- segnalare la cessazione di un rapporto di lavoro, la trasformazione da contratto a tempo determinato a indeterminato e la proroga del contratto a tempo determinato.
Per utilizzare il servizio, basta scaricare l’app “INPS Mobile” sul proprio smartphone o tablet e accedere all’area “Famiglia”, quindi selezionare “Lavoro domestico”. È anche disponibile nell’elenco dei servizi.
Questo strumento digitale user-friendly mira a semplificare gli adempimenti legati al lavoro domestico, con ulteriori funzioni in fase di sviluppo per migliorare ulteriormente l’interazione con l’INPS tramite smartphone.
DIRITTI DEL LAVORATORE DOMESTICO
Sottoscritto il contratto, i versamenti effettuati all’INPS dal datore di lavoro consentono al lavoratore domestico italiano o straniero, se in possesso dei requisiti, di accedere alle seguenti prestazioni a carico dell’INPS:
- indennità di disoccupazione;
- indennità antitubercolari;
- rimborso per donazione sangue;
- il rimborso per donazione midollo osseo;
- la pensione ai superstiti o di reversibilità.
ASSEGNI FAMILIARI PER LAVORATORI DOMESTICI STRANIERI
Previsto anche l’assegno per il nucleo familiare per i lavoratori domestici stranieri, ora assorbito nell’Assegno unico Universale (per avere maggiori dettagli vi consigliamo di leggere questo approfondimento). In particolare:
- i lavoratori comunitari hanno diritto all’assegno per il nucleo familiare per i familiari residenti in Italia o all’estero;
- lavoratori stranieri rifugiati politici, in conseguenza dell’equiparazione ai cittadini italiani, hanno diritto all’assegno anche per i familiari residenti all’estero;
- i lavoratori extracomunitari, esclusi quelli con contratto di lavoro stagionale.
Per questi ultimi lavoratori, si ha diritto all’assegno per il nucleo familiare solo:
- per i familiari residenti in Italia, nel caso in cui il Paese di provenienza del lavoratore straniero non abbia stipulato con l’Italia una convenzione in materia di trattamenti di famiglia;
- anche per i familiari residenti all’estero, nel caso in cui il paese di provenienza del lavoratore straniero abbia stipulato con l’Italia una convenzione in materia di trattamenti di famiglia;
- anche per i familiari residenti all’estero, nel caso in cui il lavoratore straniero, anche se il suo paese non è convenzionato con l’Italia, ha la residenza legale in Italia ed è stato assicurato nei regimi previdenziali di almeno due stati membri.
INFORTUNI: LE TUTELE SUL LAVORO DOMESTICO
I lavoratori domestici regolarmente assunti hanno diritto alle prestazioni a carico dell’INAIL per la tutela dagli infortuni sul lavoro e alle prestazioni a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Ovvero, all’assistenza sanitaria medica, farmaceutica, ospedaliera, ambulatoriale, specialistica sono a carico del Servizio Sanitario Nazionale.
ASSISTENZA INPS SUL LAVORO DOMESTICO
INPS ha messo a disposizione il Portale servizi lavoro domestico dedicato ad aziende e consulenti per la gestione di questo tipo di impiego.
Potete trovare il Portale in questa pagina ed è possibile accedere tramite SPID, CIE o CNS.
RIFERIMENTI NORMATIVI E DI PRASSI
ALTRI AIUTI E AGGIORNAMENTI
Per approfondimenti invitiamo a consultare la guida su come funziona il Libretto famiglia INPS o come funzionano i voucher lavoro occasionale. Potrebbe interessare anche la guida su assicurazione obbligatoria contro gli infortuni domestici.
Per scoprire bonus e agevolazioni disponibili per famiglie e lavoratori è possibile visitare la nostra pagina dedicata agli aiuti alle persone.
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