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La Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (NADEF) 2023, approvata in Consiglio dei ministri lo scorso 27 settembre, anticipa quelle che saranno le linee di intervento per la Manovra 2024: dove si collocano in questa cornice i fringe benefit dipendenti?

Nel corso del prossimo anno e nel 2025, si legge nella relazione allegata alla NADEF, le risorse “saranno utilizzate, nell’ambito del prossimo disegno di legge di bilancio, per il taglio al cuneo fiscale sul lavoro anche nel 2024 e l’attuazione della prima fase della riforma fiscale, il sostegno alle famiglie e alla genitorialità, la prosecuzione dei rinnovi contrattuali del pubblico impiego con particolare riferimento al settore della sanità, il potenziamento degli investimenti pubblici, con priorità per quelli previsti nell’ambito del PNRR, nonché il finanziamento delle politiche invariate”.

Con particolare riguardo alla riduzione del cuneo fiscale, da intendersi come il peso di contributi e tasse sulle buste paga dei lavoratori dipendenti, il quotidiano “Il Sole 24 Ore” rivela l’esistenza nell’esecutivo di un “dossier aperto anche sul fronte fringe benefit”.

Leggi anche>> Nadef 2023: taglio al cuneo fiscale e riforma Irpef confermati. Novità e Testo

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Secondo il quotidiano, l’intenzione del Governo Meloni è quella di aumentare la soglia di esenzione attualmente in vigore, differenziandola in base alla presenza o meno di figli a carico.

Analizziamo la questione in dettaglio.

Fringe benefit: compensi in natura non tassati

Il datore di lavoro, oltre ad erogare la retribuzione in denaro, può riconoscere una serie di beni e servizi ai dipendenti. In tal caso si parla di compensi in natura o retribuzione in natura.

La regola principale è quella per cui, al pari della retribuzione, i compensi in natura debbano essere soggetti a tassazione Irpef (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche), addizionali regionali e comunali.

La normativa prevede tuttavia una serie di eccezioni, tra cui figurano i beni e servizi di modico valore. Questi ultimi, a norma dell’articolo 51, comma 3, Decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986 numero 917 (Testo Unico delle Imposte sui Redditi o TUIR), non concorrono a formare il reddito se complessivamente pari o inferiori, nel periodo d’imposta, ad euro 258,23.

Per approfondire il tema dei benefit nelle aziende consigliamo il libro “Welfare aziendale e Fringe Benefit & Fringe Benefit“: flexible benefit, premi di produzione, sostenibilità e work life balance sono argomenti che si intrecciano in questo volume, analizzando inoltre l’evoluzione normativa, fino al recente Decreto Lavoro.

Fringe benefit: cosa succede se supero i limiti di esenzione

Nel caso in cui il valore dei beni ceduti e / o dei servizi prestati al dipendente abbia un valore superiore a 258,23 euro lo stesso concorre interamente a formare il reddito.

Da notare inoltre che le soglie di esenzione non devono essere in alcun modo riproporzionate in virtù della durata del rapporto di lavoro, nel corso del periodo d’imposta. Ad esempio, i 258,23 euro citati operano tanto per il dipendente in forza dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023, quanto per il neo assunto dal 1° ottobre 2023.

Da ultimo, in caso di contratti con soggetti diversi, ai fini del computo del limite si considerano tutti i beni e servizi ricevuti dal dipendente. In queste situazioni, il lavoratore interessato regolerà la propria posizione fiscale in sede di invio della dichiarazione dei redditi (modello 730 o Unico Persone Fisiche).

Fringe benefit: gli aumenti 2022 e 2023

Nell’ottica di ridurre il peso di tasse e contributi sulle buste paga dei lavoratori, il legislatore ha, negli ultimi due anni, aumentato la soglia di esenzione, portandola a:

Libro utile sul tema

Welfare aziendale & fringe benefit

Il presente volume vuole essere uno strumento pratico per tutti gli operatori del settore, professionisti ed aziende, che abbiano necessità di strutturare politiche aziendali rivolte all’ottimizzazione del costo del lavoro tramite un approccio innovativo e attuale rappresentato dal welfare aziendale e dai fringe benefit, cogliendo tutte le particolarità, le funzionalità e le potenzialità che questi due strumenti permettono e che molto spesso vengono sottovalutati o fraintesi.La corretta gestione di un piano di welfare rappresenta una funzione determinante per tutte le aziende che mirano al raggiungimento di una maggiore produttività attraverso sistemi che consentono di creare benessere e coinvolgimento dei lavoratori.Flexible benefit, premi di produzione, sostenibilità e work life balance sono argomenti che si intrecciano e si collegano, generando ragionamenti nel lettore che potranno poi essere riportati nella quotidianità professionale oppure direttamente in aziende con esempi pratici e modulistica a supporto.Si andrà ad analizzare inoltre l’evoluzione normativa, fino al recente Decreto Lavoro, in uno scenario post Covid che ha trasformato anche questo meccanismo, rendendolo sempre più necessario per ottenere un sistema aziendale virtuoso e sostenibile ed evitare altresì la “fuga” di personale.La sfida di questo volume è dunque quella di voler rappresentare una guida operativa e pratica che coinvolga il professionista e l’azienda nella gestione di quegli strumenti che permettono di fidelizzare i lavoratori, aumentare il benessere e la produttività aziendali.Paolo SternPresidente di Nexumstp Spa, Consulente del lavoro, esperto di diritto sindacale e relazioni industriali. Segue con attenzione i temi della sostenibilità e CSR. Docente a contratto in Università pubbliche e private. Autore di libri e pubblicazioni, opinionista e relatore in convegni e seminari.Massimiliano MatteucciConsulente del Lavoro in Roma, Milano e Bologna, Socio Nexumstp Spa. Cultore della materia presso la cattedra di Diritto del Lavoro dell’Università “La Sapienza” di Roma e presso l’Università “Niccolò Cusano” di Roma. Docente a contratto per master universitari di I e II livello. Professore a contratto di “Innovazione digitale e relazioni industriali” presso l’Università “Niccolò Cusano” di Roma.

Massimiliano Matteucci, Paolo Stern | Maggioli Editore

Quest’ultima misura, valida per l’anno corrente, opera in favore di quanti dichiarano al datore di lavoro la presenza di figli a carico (indicandone il codice fiscale), compresi i figli nati fuori del matrimonio riconosciuti, nonché i figli adottivi o affidati.

Per quanti, al contrario, non hanno figli a carico, resta ferma la soglia di 258,23 euro.

Fringe benefit 2024: ipotesi esenzione fino a 1.000 euro

Stando a quanto riporta il quotidiano “Il Sole 24 Ore” il dossier relativo ai fringe benefit prevede l’aumento della soglia di esenzione fiscale dagli attuali 258,23 a 1.000 euro per i lavoratori senza figli.

Al contrario, nel caso di dipendenti con figli fiscalmente a carico, si ipotizza, sempre secondo Il Sole 24 Ore, la conferma della soglia di esenzione attualmente vigente pari a 3.000 euro.

tabella 1
Fringe benefit

Fringe benefit 2024: esenti a livello contributivo?

L’attuale impostazione dei fringe benefit prevede che, sino al limite di 258,23 euro (elevato a 3.000 euro per i dipendenti con figli a carico), i beni ceduti e i servizi prestati dal datore di lavoro sono esenti sia dal punto di vista fiscale che contributivo.

Ne consegue che sulle somme in parola non sono dovuti:

  • i contributi previdenziali ed assistenziali a carico azienda, da pagare con modello F24;
  • i contributi previdenziali ed assistenziali in capo al dipendente, trattenuti in busta paga e versati sempre dall’azienda con modello F24.

Al pari di quanto avviene per l’Irpef in caso di superamento della soglia, l’intero valore è soggetto a contribuzione.

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Quali sono i figli a carico per i fringe benefit

Ai fini non solo della soglia maggiorata dei fringe benefit ma altresì per fruire delle detrazioni fiscali, si considera fiscalmente a carico il figlio con un reddito non superiore a:

  • 2.840,51 euro, nella generalità dei casi;
  • 4.000 euro per i figli di età fino a 24 anni.

Per il calcolo del limite di reddito si deve tener conto delle somme che rientrano nel reddito complessivo dell’interessato, cui vanno aggiunti:

  • i canoni di locazione soggetti a cedolare secca;
  • il reddito di impresa o di lavoro autonomo assoggettati al regime forfettario;
  • la quota esente delle retribuzioni percepite all’estero dai frontalieri e da quanti lavorano a Montecarlo e a San Marino;
  • le retribuzioni corrisposte da Enti e Organismi Internazionali, Rappresentanze diplomatiche, oltre che dalla Santa Sede e da Enti gestiti direttamente dalla stessa.

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Foto copertina: istock/Parradee Kietsirikul



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