Non conoscere a fondo la normativa può precludere dalla possibilità di richiedere bonus e maggiorazioni a cui altrimenti si avrebbe diritto: ne è un esempio l’aumento dell’assegno sociale – prestazione di tipo assistenziale da molti conosciuta ancora come pensione sociale – per coloro che hanno compiuto i 70 anni di età.
L’importo dell’assegno sociale, che viene aggiornato ogni anno in quanto soggetto a rivalutazione, al compimento dei 70 anni può beneficiare infatti di un cospicuo aumento: anche questo tipo di prestazione, al pari delle pensioni, può beneficiare infatti del cosiddetto incremento al milione, strumento introdotto dal governo Berlusconi nel 2001 per far sì che gli assegni vengano aumentati fino a un milione delle vecchie lire per coloro che sono in una situazione economica precaria.
Il problema è che l’incremento al milione sulla pensione sociale non scatta in automatico in quanto è l’interessato a doverne fare richiesta all’Inps. Chi non sa di questa possibilità, quindi, rischia di perdere molti soldi.
Tant’è che l’incremento al milione viene considerato al pari degli altri “diritti inespressi”, ossia tutte quelle maggiorazioni teoricamente spettanti su trattamenti previdenziali e assistenziali che tuttavia non vengono godute perché, un po’ per ignoranza e un po’ perché non si sa a chi rivolgersi per la domanda, non vengono richiesti dall’interessato.
A tal proposito, trattandosi di un incremento considerevole, è bene fare chiarezza su come fare domanda per la maggiorazione conosciuta come incremento al milione, nonché quali sono i requisiti da soddisfare per poter accedere a una tale misura.
Cos’è l’assegno sociale
Come noto ai più, l’assegno sociale è quella prestazione che dal 1° gennaio 1996 ha sostituito la cosiddetta pensione sociale: si tratta di una misura erogata a domanda a quei cittadini che al compimento dei 67 anni (età prevista per l’accesso alla pensione di vecchiaia) vivono in una situazione di bisogno economico, ad esempio perché non hanno maturato sufficienti contributi per il raggiungimento del diritto alla pensione.
Con l’assegno sociale, quindi, a chi è in età da pensione e vive in una situazione di difficoltà economica – con un reddito individuale ed eventualmente coniugale inferiore alle soglie annualmente previste – viene riconosciuto un aiuto mensile (per tredici mensilità) d’importo determinato per legge e soggetto ogni anno a rivalutazione.
Nel 2023 l’importo dell’assegno sociale è pari a 503,27 euro ma – come vedremo di seguito – in alcune circostanze già dopo qualche anno potrà essere aumentato di poco meno di 200 euro.
Maggiorazione dell’assegno sociale dopo i 70 anni
Al compimento dei 70 anni per coloro che percepiscono il cosiddetto assegno sociale scatta un aumento dell’importo della prestazione assistenziale percepita.
Questo è possibile per effetto della maggiorazione conosciuta come incremento al milione, la quale venne introdotta dall’articolo 38 della legge n. 448 del 2001 in favore di quei titolari di prestazioni previdenziali (come può essere la pensione di vecchiaia) e assistenziali (come appunto l’assegno sociale) il cui importo risulti inferiore al milione delle vecchie lire.
Di quanto aumenta l’importo
L’importo dell’incremento al milione varia a seconda della prestazione sulla quale la maggiorazione viene riconosciuta. Come spiegato dall’articolo 39 della suddetta legge n. 289 del 2002, infatti, l’incremento della pensione non può comunque superare l’importo risultante dalla differenza tra 700,18 euro (valore aggiornato al 2023) e:
- l’importo del trattamento minimo nel caso della pensione di vecchiaia;
- l’importo dell’assegno sociale nel caso appunto dell’assegno sociale.
Per calcolare l’importo massimo della maggiorazione dell’assegno sociale nel 2023, dunque, bisogna applicare la seguente formula:
(700,18 euro – 503,27)
Il risultato è dunque 196,91 euro.
Attenzione, questo non significa che tutti i titolari dell’assegno sociale al compimento dei 70 anni avranno diritto a un’integrazione di 192,68 euro dell’assegno. Come vedremo meglio nei successivi paragrafi, infatti, l’importo della maggiorazione effettivamente spettante dipende dal reddito individuale, e coniugale, del titolare dell’assegno sociale.
Maggiorazione assegno sociale: i limiti di reddito nel 2023
Per avere diritto alla maggiorazione conosciuta come incremento al milione non basta risultare percettori dell’assegno sociale al compimento dei 70 anni di età.
È bene sottolineare che la maggiorazione sociale spetta al titolare del beneficio qualora sia in possesso dei requisiti reddituali previsti dalla normativa. Nel dettaglio, per l’erogazione dell’importo pieno il pensionato deve possedere:
- redditi fino 6.542,51 euro annui se non coniugato;
- Se coniugato reddito personale fino a 6.542,51 euro e reddito coniugale (proprio più quello del coniuge) fino a 13.085,02 euro l’anno.
I suddetti limiti valgono per il periodo che va dal 1° gennaio al 31 dicembre 2023.
Questo non significa che coloro che superano le suddette soglie non avranno diritto alla maggiorazione dell’assegno sociale. Tuttavia, per chi le supera il beneficio spetta solo parzialmente.
Nel dettaglio, per la maggiorazione di 196,91 euro la spettanza parziale c’è quando il titolare ha:
- redditi fino 9.102,34 euro annui se non coniugato (limite dato dall’importo dell’assegno sociale più la maggiorazione di 191,74 euro per 13 mensilità)
- Se coniugato reddito personale fino a 9.102,34 euro e reddito coniugale (proprio più quello del coniuge) fino a 15.644,85 euro l’anno.
È ovvio, quindi, che sull’assegno sociale la maggiorazione spetta sempre: superando queste soglie, infatti, non si avrebbe diritto neppure all’assegno sociale stesso.
In questo caso, però, l’importo della maggiorazione è pari alla differenza tra l’ammontare del limite di reddito suddetto e il reddito percepito dal richiedente, il tutto ovviamente suddiviso per tredici mensilità. Ne risulta, dunque, che la maggiorazione spetta piena solamente a coloro che non hanno altri redditi oltre all’assegno sociale stesso.
A tal proposito, per la valutazione dei limiti reddituali verranno presi in considerazione tutti i redditi, con l’eccezione di quelli che riferiscono alle seguenti voci:
- reddito della casa di abitazione;
- pensioni di guerra;
- indennità di accompagnamento;
- l’importo aggiuntivo;
- i trattamenti di famiglia.
Prendiamo come esempio una persona titolare di assegno sociale e altri redditi per un totale di 7.500 euro annui lordi. Per calcolare l’importo della maggiorazione bisogna dunque applicare la seguente formula:
(9.102,34 – 7.500)/13
Il risultato è un’integrazione di 123,25 euro che si applica all’importo dell’assegno sociale spettante (che ricordiamo è pari a 503,27 euro solo per coloro che hanno reddito pari a zero).
Come fare domanda
Chi pensa di soddisfarne i requisiti può fare richiesta per l’incremento al milione rivolgendosi a un patronato, soluzione consigliata per chi ha poca dimestichezza con pratiche di questo tipo, oppure in autonomia dal sito dell’Inps. Nell’area personale, infatti trovate il servizio “ricostituzione dei redditi per maggiorazioni sociali”: cliccandovi dovrete indicare l’assegno sociale da voi percepito e procedere con la domanda di maggiorazione, indicando tutti i dati anagrafici richiesti, nonché i dati reddituali (compresi quelli del coniuge, se presente) e inviare il tutto.